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Da zero a dieci: numeri, statistiche e voti sul GP delle Americhe, un modo per ripercorrere quanto accaduto ad Austin, non solo in pista e non solo in MotoGP
PRIMO IN CLASSIFICA, MAI IN GARA
Nelle prime tre gare, cinque piloti hanno effettuato almeno un giro al comando: Viñales (28), Márquez (16), Dovizioso e Pedrosa (8), Zarco (6). Curiosamente, quindi, il pilota che è in testa al campionato (Rossi) non solo non ha vinto ancora un GP, ma non è nemmeno mai stato al comando di un GP.
ZERO, COME I GIRI AL COMANDO DI ROSSI
DOMINIO HONDA IN MOTO3
La Honda Moto3 non è cambiata più di tanto rispetto all’anno scorso, tuttavia fino ad ora sta dominando: in tre GP ha conquistato i nove posti disponibili sul podio, ottenendo ad Austin i primi quattro posti della classifica finale con Fenati, Martin, Di Giannantonio e Bastianini.
UNO, COME LE KTM ARRIVATE NEI PRIMI CINQUE
SECONDA CONSECUTIVA
Romano Fenati ha un buon rapporto con Austin, dove vinse – alla grande – anche nel 2016. Sono due i circuiti dove Romano è riuscito a salire più di una volta sul gradino più alto del podio: oltre ad Austin, Jerez (dove si correrà la prossima gara…), primo nel 2012 e nel 2014.
DUE, COME LE VITTORIE DI FENATI AD AUSTIN
NEL LIBRO DEI PRIMATI DELLA MOTO2
Conquistando il suo terzo successo consecutivo, Franco Morbidelli entra alla grande nel libro dei primati della Moto2: nessun pilota – nemmeno Marc Márquez – era riuscito a trionfare tre volte di fila in questa categoria. Tra l’altro, era dal 2001 che nessuno riusciva a vincere i primi tre GP dell’anno nella classe di mezzo: allora c’era riuscito Daijiro Kato con la Honda 250. Tra l’altro, considerando anche il 2016, questo di Austin è l’ottavo podio consecutivo di Morbidelli.
TRE, COME LE VITTORIE CONSECUTIVE DI MORBIDELLI
SEMPRE NEI PRIMI TRE
Dopo tre gare, solo quattro piloti – tra tutte le categorie - sono sempre saliti sul podio: Valentino Rossi in MotoGP (due secondi e un terzo posto), Franco Morbidelli (tre primi) e Thomas Luthi (due secondi e un terzo posto) in Moto2; Joan Martin (due terzi e un secondo posto) in Moto3.
QUATTRO, COME I PILOTI SEMPRE SUL PODIO
DOMINIO ASSOLUTO
I numeri confermano la netta superiorità di Marc Márquez ad Austin, al suo quinto successo consecutivo su cinque GP disputati su questo tracciato. Tra l’altro, Márquez ha conquistato anche 5 pole position, mentre i suoi giri veloci in gara sono “solo” quattro (nel 2015 il giro veloce venne realizzato da Iannone con la Ducati). Tra l’altro, considerando anche le gare disputate a Indianapolis e a Laguna Seca, Marc è imbattuto negli Stati Uniti da 9 GP, mentre l’unico che è riuscito – fino ad oggi – a batterlo almeno in qualifica, è stato Stefan Bradl a Laguna Seca, nel 2013.
CINQUE, COME LE VITTORIE DI MÁRQUEZ AD AUSTIN
UNA MEDIA DI DUE A GRAN PREMIO
Sam Lowes ha il primato negativo di cadute: in tre gare è già scivolato sei volte, per una media di due cadute a GP. Lo seguono da vicino il compagno di squadra Aleix Espargaró, Marc Márquez e Cal Crutchlow, con cinque scivolate a testa. Per l’Aprilia, quindi, 11 cadute complessive dei suoi piloti…
SEI, COME LE CADUTE DI LOWES
CORRETTA E TEMPESTIVA
Tante volte in passato ho criticato la “Race Direction”: questa volta, però, a mio modo di vedere è stata corretta e tempestiva nell’episodio che ha visto coinvolti al settimo giro Johann Zarco e Valentino Rossi. Intanto va specificato che quella di una penalità in termini di tempo è una novità del 2017: fino al 2016, non era previsto che un pilota venisse punito con un’aggiunta di un certo numero di decimi (o di secondi) nel caso di un “taglio” di una curva, come è accaduto ad Austin. Quest’anno la “Race Direction” ha la possibilità di valutare l’eventuale guadagno del pilota e intervenire di conseguenza: i tre decimi inflitti a Rossi sono in linea con quanto è accaduto in pista.
VOTO SETTE ALLA “RACE DIRECTION”
FINALMENTE CONCRETI, NON SOLO VELOCI
I piloti italiani in Moto3 sono tanti e veloci, ma nei primi due GP, purtroppo, avevano deluso, per diversi motivi. Ad Austin sono tornati dove devono stare: nelle primissime posizioni. Fenati (naturalmente), Di Giannantonio, Bastianini (ben tornato…) e Bulega (prima KTM al traguardo) sono stati concreti ed efficaci in gara, non solo protagonisti in prova. E in futuro si può fare ancora meglio, perché negli Stati Uniti sono stati al di sotto delle loro possibilità Niccolò Antonelli e Andrea Migno.
VOTO OTTO AI PILOTI ITALIANI IN MOTO3
TALENTO, INTELLIGENZA, TATTICA, SIMPATIA
Franco Morbidelli non si ferma più: dopo aver impiegato 54 GP per salire sul gradino più alto del podio, continua a vincere, in quello che, fino adesso, è un autentico e proprio dominio. Morbidelli è ormai un pilota completo: è veloce, costante, intelligente, tatticamente fa sempre la cosa giusta. Come se non bastasse, fuori dalla pista è un ragazzo semplice, genuino e simpatico. Grandissimo.
VOTO NOVE A FRANCO MORBIDELLI
DI NUOVO PRIMO DOPO UN ANNO
Il massimo dei voti, questa volta, va a Romano Fenati, capace di tornare alla vittoria dopo un anno e, soprattutto, dopo quanto accaduto lo scorso agosto, quando si arrivò bruscamente all’interruzione del rapporto con il team VR46. Romano, però, ha un talento straordinario («mai visto uno così» ha detto Vittoriano Guareschi a Moto.it in una puntata di “DopoGP in MTB”) e con una Honda competitiva e un team professionale, ma a conduzione familiare come quello di Mirko e Giancarlo Cecchini, può esprimersi al meglio. Fenati, tra l’altro, è piaciuto moltissimo anche nelle dichiarazioni del dopo gara: da applausi.
VOTO DIECI A ROMANO FENATI