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VALENCIA – Gigi Dall’Igna, direttore generale di Ducati Corse, fa il punto sulla stagione 2015.
«Non possiamo essere particolarmente soddisfatti, perché non abbiamo centrato l’obiettivo fissato a inizio stagione di vincere almeno un GP. Ci siamo andati vicini in qualche occasione, ma non l’abbiamo sfruttata al meglio. E’ stata una stagione altalenante, che divido in tre parti: la prima molto buona, più o meno sempre in lotta con i primi; la seconda con qualche problema in più; la terza nella quale abbiamo raccolto poco, ma dove però ci siamo riavvicinati ai primi. Direi che dopo Brno abbiamo fatto un passo in avanti importante, in Australia ce la siano giocata e avremmo disputate altre buone gare se non avessimo avuto dei problemi».
Nella prima parte siete stati competitivi con entrambi i piloti, nella terza solo con Iannone: colpa di Dovizioso o lo sviluppo della moto ha seguito una strada più favorevole a Iannone?
«La verità, come sempre, sta nel mezzo. Sicuramente siamo riusciti a trovare una messa a punto che, complessivamente, si adattava meglio allo stile di Iannone, ma è anche vero che Dovizioso non ha sfruttato al massimo le qualità della GP15. Dividerei, quindi, equamente le colpe: dobbiamo fare dei ragionamenti in funzione del 2016 pe trovare una soluzione. Dovi è stato un pilota importante per lo sviluppo della moto, ha ottenuto ottimi risultati e 5 podi, ma nell’ultima parte ha perso un po’ di fiducia, che va assolutamente ritrovata. Noi abbiamo bisogno di lui e lui ha bisogno di noi. La nostra moto ha una infinità di regolazioni che permettono di spostare il baricentro da una parte o dall’altra: dobbiamo cercare la soluzione giusta per il suo stile di guida».
Hai parlato di stagione altalenante: ci sono stati degli errori o degli episodi che hanno determinato questa alternanza di prestazioni?
«Non credo nella sfortuna, ma è vero che qualche episodio ci ha dato fastidio, in un momento che stavamo cercando di recuperare rispetto agli altri: quando ci stavamo riuscendo, ecco qualche problema che ha rallentato la nostra rincorsa. Siamo partiti in ritardo con il progetto e per questo avevamo un intenso programma di sviluppo durante la stagione, ma un conto è farlo durante la quiete di un test, un altro durante la frenesia di un GP. Abbiamo recuperato velocemente, ma è normale che non puoi fare dei passi in avanti sotto tutti gli aspetti».
Puoi confermare che nel 2016 non ci saranno cambiamenti nel box? Si è parlato tanto di Lorenzo in Ducati…
«Tutti i contratti possono essere rotti, ma io sono contentissimo dei miei due piloti: abbiamo fatto degli errori, ma credo che la prossima stagione sarà promettente».
Non esiste una prima o una seconda guida: la nostra attenzione è assoluta per entrambi
Ma adesso è Iannone la prima guida del team?
«Non esiste una prima o una seconda guida: la nostra attenzione è assoluta per entrambi. Iannone ha fatto un passo in avanti importante rispetto all’anno scorso in termini di concretezza, mantenendo, o addirittura aumentando la sua velocità. Ha sfruttato tutte le occasioni, facendo un solo errore, quello di ieri qui a Valencia. Noi puntiamo su entrambi i piloti, ma dipende anche da loro».
Qual è l’obiettivo per il 2016?
«Essere più costanti, lottare in ogni GP nelle prime posizioni».
L’anno prossimo perderete alcuni vantaggi – numero motori (da 12 a 7), gomma extra soffice per le QP, più litri di benzina rispetto a Honda e Yamaha -: sei preoccupato?
«Dovizioso ha usato 8 motori, Iannone qualcuno in più (10, NDA), ma durante la stagione abbiamo fatto tre evoluzioni: senza, saremmo rientrati tranquillamente nei 7 consentiti per il 2016. Per quanto riguarda la gomma, ci ha sicuramente dato dei vantaggi in qualifica, ma in gara siamo stati addirittura penalizzati in qualche occasione. Noi manterremo i 22 litri di benzina attuali, che avranno anche gli altri: non credo cambierà molto, forse si ridurrà un po’ il nostro attuale vantaggio».
Domani Honda e Yamaha proveranno la moto 2016, già testata in altre occasioni, mentre voi girerete ancora con la GP15: è un ritardo voluto o preoccupante?
«E’ stata una scelta tecnica: ho voluto sfruttare tutti i test del 2015 per capire come dobbiamo modificare la geometria della ciclistica per sfruttare al meglio le Michelin. Non era semplice con i pochi test a disposizione avere dati a sufficienza e per questo ho preferito aspettare quest’ultimo importantissimo test con entrambi i piloti ufficiali. Per i prossimi giorni abbiamo un paio di telai evoluzione per capire la direzione da seguire nel 2016».
Domani proverete con la nuova elettronica “unica” o ancora con la vostra?
«Pirro ha già fatto dei test con il nuovo software e domani lo useremo con qualche pilota non ufficiale e poi, a seconda di come andrà, mercoledì lo potremmo provare con Dovizioso e/o Iannone. Il nostro obiettivo primario, però, è selezionare la ciclistica».
Quest’anno abbiamo visto tanti sviluppi aerodinamici: sarà così anche in futuro?
«Le “ali” hanno permesso di spostare la deportanza in un’altra parte e realizzare la carenatura in un modo differente. Il grosso è stato fatto quest’anno, non credo ci saranno grandi evoluzioni in questo senso».
Qual è la tua opinione sulla condotta di gara di Marquez di ieri?
«Non ho tutti gli elementi che un ingegnere vorrebbe avere per dare un giudizio. Da spettatore, sembra anche a me che in Malesia sia stato troppo aggressivo nei confronti di Valentino. Per quanto riguarda ieri, solo Marquez può sapere com’era la situazione sulla moto: credo abbia fatto una gara intelligente in ottica vittoria, nel finale ne aveva di più rispetto a Lorenzo, ma è solo l’opinione di uno che giudica guardando la televisione».