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Oggi, con Skype, andiamo a casa di Diego Gubellini, capo tecnico di Fabio Quartararo.
Diego è un tecnico di grande esperienza: ha iniziato a lavorare in 250, poi è stato a lungo nel team Gresini in 250, in 500 e in MotoGP. Poi, è passato al team VDS, sempre in MotoGP, per poi passare al team Yamaha Petronas come capo tecnico di Fabio Quartararo.
“E’ stato entusiasmante vivere il debutto di Fabio in MotoGP. Lui è partito con grande umiltà: è molto giovane, aveva 19 anni quando ha fatto i primi test. E’ partito ascoltando al massimo quello che gli veniva chiesto dalla squadra: questo gli ha tolto pressione nell’affrontare la nuova sfida. Come tutti quelli forti, nella sua testa l’obiettivo è sempre stato chiaro: vincere. Ma è stato fondamentale il suo approccio".
"Già nei test di fine 2018 a Jerez si era visto qualcosa di interessante: il passo era già buono. Fin da subito è stato consistente, sul passo gara non era lontanissimo da Morbidelli. A Sepang 2019, nei test invernali, si è dimostrato molto consistente, poi è arrivato anche a essere veloce nel giro secco, ha conquistato la pole a Jerez. Da lì in poi è sempre stato tra i primissimi, al di là del problema fisico che l’ha rallentato in qualche gara (sindrome compartimentale al braccio destro, NDA). Con un debuttante, a volte succede che durante le prove non si riesca a fare il lavoro ottimale, squadra e pilota devono conoscersi: in alcune circostanze, come era accaduto al Mugello, non trovi la giusta configurazione. Cose normali, ma lui è sempre stato nelle prime posizioni. Ha commesso qualche piccolo errore, come a Silverstone, quando è caduto alla prima curva. Ma dopo Jerez è sempre stato nei primi cinque/sei”.
“Gli è mancato un po’ di motore. Non dimentichiamo che, numeri alla mano, il 2019 è stato il miglior Marquez di sempre, forse uno dei più forti della storia recente: solo Valentino (Rossi, NDA) aveva fatto qualcosa di simile in passato. Nelle gare in cui Fabio si è giocato la vittoria (Misano e Thailandia, NDA) si vedeva bene la differenza di motore e Marc ha sfruttato al meglio queste qualità. Per vincere con Yamaha, dovevi provare a scappare e imporre il passo gara, proprio per la mancanza di velocità”
“Sì e no. Sicuramente la M! è una moto intuitiva, ma Fabio è arrivato in Yamaha in un periodo buio per la Casa: sotto questo aspetto, non era facile fare bene. Non è assolutamente facile fare quello che ha fatto lui: bisogna dargli atto che, utilizzando una moto intuitiva, ha fatto più di quello che ci si aspettasse a lui”.
“Noi siamo partiti dalla configurazione utilizzata da Vinales, il costantemente più veloce in Yamaha nel 2018. Gli altri piloti Yamaha hanno esplorato diverse soluzioni, mentre noi avevamo una base. Sicuramente Fabio ha dato motivazione agli altri piloti Yamaha”.
“Fabio si è dimostrato molto intelligente, si è subito focalizzato sul motore: abbiamo usato i giorni di test per migliorare questo aspetto. Lui è molto preciso nei suoi commenti, ha la capacità di individuare cosa non lo fa andare veloce, ci aiuta nel nostro lavoro. In soli 5 giorni siamo quasi riusciti a colmare la differenza con Vinales, quello che è andato più forte nei test. Fabio non ti dice cosa gli serve, non approfondisce tecnicamente, ma ti dice: non riesco a fare questo o quello. Poi sta a noi interpretare le sue richieste”.
“In tanti piccoli aspetti. E’ veloce nel giro secco, ha un gran passo gara; ma a livello fisico, proprio perché è giovane, soffre un po’ a fine gara, dovuta credo a una questione muscolare”.
“Sono sicuro che non avrà problemi a gestire la pressione di dover fare risultato, propio per la mentalità che ha. La differenza sostanziale è nella mentalità: lui è piuttosto critico con se stesso quando sbaglia. Lui cerca costantemente di diventare il migliore: per questo dico che non ha la pressione del secondo anno".
“E’ veramente speciale. E’ molto umile, si mette sempre davanti al problema. Ho lavorato con tanti piloti, ma quasi mai ho sentito un pilota chiedere: cosa posso fare per andare più forte? Solitamente ti chiedono: come posso migliorare la moto. E’ un ragazzo divertente e allegro: passa da dei momenti di rabbia, quando non riesce a ottenere quello che vuole, all’allegria in tre secondi. Ha la spensieratezza del ragazzino”.