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Comprensibilmente deluso dalla sentenza che lo condanna a una squalifica di 18 mesi (procedimento che lo vedrebbe ritornare in pista a giugno 2021, facendogli perdere sostanzialmente due stagioni) Andrea Iannone, in attesa dell'annunciato ricorso al TAS, risponde ai microfoni di Sky Sport con una serie di dichiarazioni pacate e capaci, anche in questo momento difficilissimo, di esprimere la soddisfazione per la valenza morale espressa dalla Federazione.
"Questo periodo è stato il più difficile della mia vita. Ho pensato davvero di tutto. Vedere riconosciuta la mia innocenza è una vittoria, poteva andare peggio" ha commentato il pilota dell'Aprilia, che ha giustamente sottolineato come la sentenza escluda volontarietà e dolo dall'assunzione del Drostanolone.
Rimane però, naturalmente, l'amarezza per una pena draconiana che non sembra coincidere con il giudizio di cui sopra.
“Abbiamo perso lo stesso, visto la condanna di 18 mesi… Sono il primo caso di sospensione per contaminazione alimentare!”
E poi la considerazione più corretta, quella che sottolinea come, escluso il dolo, sia impossibile cautelarsi contro inconvenienti come quello che gli è accaduto.
“Nessuno di noi sa con certezza cosa mangia. C’è incongruenza fra il regolamento e la vita reale”.
Dando per scontato il ricorso al TAS, che potrebbe comunque, nelle more del procedimento, dare comunque un riscontro utile a Iannone, complice la situazione di incertezza che avvolge il campionato MotoGP 2020, Andrea esprime comunque positività.
"L’obiettivo, ora, è tornare in moto il più velocemente possibile”.