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Condizioni meteo ideali per svolgere una gran mole di lavoro. Siamo soltanto al primo stadio delle moto 2018, ma si è visto un gran fermento, e quasi tutti hanno lavorato soprattutto sulle evoluzioni di telaio. Honda aveva modifiche pure nel motore e negli scarichi: anche se i giudizi dei due piloti sono stati piuttosto tiepidi, si capisce che il lavoro di HRC è più avanti degli altri. Ducati aveva programmato di portare qui una moto quasi definitiva, ma c’è stato qualche intoppo: ha sottoposto ai piloti un telaio leggermente modificato, che tuttavia non sembra risolvere i limiti di velocità di percorrenza a centro curva.
Yamaha è al centro dell’attenzione dopo la confusione ciclistica del week end. Rossi e Viñales hanno promosso le modifiche al motore volte a migliorare l’accelerazione, ma riguardo al telaio sembra che ci siano ancora forti dubbi. La base telaistica studiata per il 2018 è ancora in discussione. E’ stata anche testata una nuova carenatura, che però pare avere grandi ali fuori dal regolamento. Sorpresa Zarco: ha girato forte anche con la 2017, l’ha giudicata più avanti della sua 2016, è stato molto ascoltato dai tecnici giapponesi.
Per Aprilia, Suzuki e KTM si sono visti soprattutto degli affinamenti. Più sostanziosi in casa KTM. E molto interessanti le prestazioni dei vari debuttanti: se non ha svettato Redding, che sostuisce Lowes sull’Aprilia, ha colpito invece la disinvoltura di Miller sulla Ducati Pramac; e bene anche Franco Morbidelli, che sulla Honda ha avuto un approccio molto razionale. Tante le cadute, soprattutto nella seconda giornata. Da capire anche cosa succederà in Michelin dopo l’avvicendamento al vertice del racing moto.