DopoGP con Nico e Zam. Il GP d'Argentina 2018

La vittoria di Crutchlow e i colpi proibiti. Facciamo chiarezza sugli errori, sulle regole, sui ruoli di Race Direction e marshall. Tecnicamente, poi, la Honda è la più competitiva, Ducati e Yamaha inseguono
11 aprile 2018

Punti chiave

Zam chiarisce finalmente i ruoli degli organismi che devono (o dovrebbero…) garantire la regolarità delle gare di MotoGP. La figura di Mike Webb è centrale, però manca un’autorità superiore, un tribunale supremo come in F1. L’impresa di Miller in qualifica e quella di Márquez in gara, sotto il microscopio dell’ing. Bernardelle, che ci spiega la ragione delle differenze di prestazioni tra piloti dello stesso team: questione di feeling con la gomma anteriore.


Una gara thriller, complici le condizioni molto particolari della pista. Davanti chi può prendere qualche rischio perché non lotta per il campionato, più abbottonati gli altri, a parte Márquez: che dà una lezione di guida però applica un metodo di sorpasso per tutti noi inaccettabile.

Lorenzo in coda al gruppo, Iannone ancora in difficoltà, mentre Rins fa il primo podio; poi Dovi, Rossi, Viñales: tutti in difesa. Ducati si conferma in difficoltà su certe piste, Yamaha non va quando è poco il grip a disposizione. La prossima tappa ad Austin, dove Marc ha già vinto cinque gare su cinque. Con tanti e tali argomenti sul tavolo, manca lo spazio per celebrare degnamente i successi nazionali: Bezzecchi in Moto3 e Pasini in Moto2.

 

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