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Giovanni Zamagni, collegato via Skype da Doha, ci racconta la grande gara del Dovi con la Ducati 2018, più bilanciata. Losail non è una pista considerata probante in assoluto, ma intanto si parte come si è chiuso il 2017: con il duello tra Andrea e Marc Márquez. Gara spettacolare? Si è accesa nel finale, ma per 4/5 della distanza pareva l’endurance: l’ingegner Bernardelle chiarisce come le gomme posteriori, in condizioni obiettivamente particolari qui in Qatar, non possano concludere la gara senza un calo di prestazioni. Ogni team ha lavorato per controllarne il degrado ed evitare crolli, ma andavano a lungo preservate.
Più difficile adeguarsi al pneumatico anteriore: ci sono piloti, come Iannone e Viñales, che hanno stili di guida aggressivi e faticano a trovare il feeling con l’avantreno. Questo spiega tra l’altro le differenze di passo tra compagni di squadra. La nostra analisi procede metodicamente su Honda, Yamaha, Suzuki, Aprilia e KTM. Perché Lorenzo è caduto? Perché Zarco è crollato nel finale? Come ha fatto Rossi a trovare la competitività in gara? Come va giudicato l’esordio di Morbidelli?
Bernardelle ricorda Ivano Beggio, che ha conosciuto bene negli anni Novanta degli allori Aprilia. Resta lo spazio per raccontare come in Moto2 possiamo aspettarci grandi cose dai piloti italiani, e in Moto3 pure. l’avvio è stato poco felice per Bastianini (caduto quando poteva vincere), ma Antonelli (in pole) e compagni vanno forte. Prossima gara l’8 aprile in Argentina: Ducati, male nel 2017, era stata protagonista con entrambi i piloti l’anno prima. L’equilibrio sembra ancora assicurato.