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Jorge ha preso un brutto rischio sul finale e il Dovi è passato. Chiariamo in studio che i giochi di squadra sono più che leciti, benché il regolamento non ne faccia cenno. L’ing. Bernardelle spiega perché la Ducati, una settimana dopo il flop australiano, sia capace della miglior prestazione dell’anno: quando il grip è precario la Desmosedici è la migliore e la M1 Yamaha la peggiore. Tra Zarco, autore di un bellissimo terzo posto, e Rossi ci sono quasi ventuno secondi al traguardo. Vinales ancora più indietro. Marquez è stato prudente e ne aveva di più? Forse, ma anche il potenziale di Dovizioso probabilmente non è stato espresso fino in fondo.
Celebriamo il titolo mondiale di Morbidelli in Moto2: erano otto anni che un italiano non diventava il Numero 1 e nove anni dal titolo del Sic nella classe media. Franco è un grande campione: otto vittorie e un carattere speciale. Per noi ha tante qualità in comune proprio con il Dovi e da martedì 14, con i primi test a Valencia, capiremo come si troverà al manubrio di una MotoGP sul V4 Honda. Un quattro in linea garantirebbe, secondo Bernardelle, un approccio meno complicato.
Tornando alla gara di Sepang della top class, Iannone è stato particolarmente in difficoltà, ma con attenuanti. Invece Aprilia era priva del suo pilota di punta e KTM, ancora una volta nella top ten, ha confermato di essere stata capace del migliore sviluppo. Tra dieci giorni l’ultima gara dell’anno a Valencia, pista di Lorenzo dove tutti i record sono suoi. A Dovizioso, che per acciuffare il titolo deve assolutamente vincere (e sperare nello zero di Marc), la pista non è mai piaciuta particolarmente. Ma con questa Ducati tutto è possibile.