DopoGP con Nico e Zam. Speciale Qatar: Tecnica e Test 2018

Alla fine Zarco precede Rossi, ma i dubbi su Yamaha restano. Chi spicca a Losail è la Ducati, e soprattutto il Dovi. E la Honda c’è. Ma questa volta andiamo oltre la cronaca: l’ingegner Bernardelle esamina tutte le Moto GP 2018, dai motori ai telai all’aerodinamica. Da non perdere
6 marzo 2018

Da Zam, appena rientrato da Doha, il quadro degli ultimi test pre-stagione. Il vicecampione del mondo con la Ducati ha convinto sul giro secco e sul passo, mentre da Lorenzo arrivano ancora incertezze. In casa Yamaha Zarco ancora velocissimo, Valentino vicino, Vinales meno. Alla fine, a giocare un ruolo fondamentale è ancora la sintonia tra moto, pneumatici e grado di grip. La Honda resta coperta, ma è rimasta vicino al vertice in tutti i test. Però nessuno ha potuto verificare a fondo le soluzioni alla distanza.


E poi soprattutto, come vi avevamo promesso, tutte le MotoGP come non le avete mai viste, sotto la lente del nostro ingegnere. Cominciando dall’architettura dei motori e dalla filosofia dei diversi progetti; poi l’analisi dei telai, dei cinematismi della sospensione posteriore, della disposizione degli organi accessori come il serbatoio carburante o le masse di bilanciamento in qualche codone che finalmente vediamo bene. Infine l’aerodinamica, che è un tema aperto e molto caldo anche nelle discussioni tra i lettori.


In generale, emerge che i progettisti delle MotoGP 2018 hanno fatto scelte simili su molti aspetti della moto. Nelle due grandi famiglie: V4 e quattro in linea. Giulio Bernardelle continua a prediligere il quattro cilindri in linea come Yamaha (e Suzuki), che sulla carta permette una ciclistica più razionale, ma ammette che senza il vincolo imposto all’alesaggio questa soluzione non sarebbe competitiva.

 

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