Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Entusiasta Lorenzo, che gira con la Ducati più forte che mai , positivo ma più prudente il Dovi che aspetta altre prove e altre piste. In Malesia si è girato nell’afa ma con un ottimo equilibrio generale: Nico Cereghini invita a non dare per scontati i valori emersi, l’ingegner Bernardelle si compiace del fatto che finalmente le squadre trovano stabilità di pneumatici e di elettronica. Tutti sono più preparati, anche Yamaha che ha confermato il cambio di rotta: non si può dire che sia tornata al telaio 2016, ma è certo che abbia riposizionato il motore nel telaio come nel 2016. E il passo falso dell’ultimo giorno potrebbe dipendere dal limite storico di Yamaha: soffre quando utilizza pneumatici riscaldati una seconda volta.
Giovanni Zamagni, appena rientrato dalla Malesia, sottolinea la rivelazione Miller (perfettamente in sintonia con la sua Ducati 2017) e in casa Suzuki la bella simulazione gara di Rins. Qualche perplessità su Iannone. Se si dovesse correre subito, Honda e Ducati sembrerebbero avere ancora un certo vantaggio, ma Yamaha è vicina, anche in velocità massima. Aprilia ha messo in campo un telaio modificato, forse con il motore un po’ più alto; KTM non ha portato novità ma va forte anche se limitata dai suoi piloti: Pol Espargaro caduto rovinosamente, Smith inadeguato.
La prossima uscita di piloti e moto della top class sarà il 16-18 febbraio sulla pista tailandese di Buriram di 4.550 metri. La SBK ci corre dal 2015, ma per la MotoGP è sconosciuta e un po’ temuta: farà ancora caldo e il layout somiglia troppo a quello di Sepang. Sarà un test utile soprattutto per Michelin, che vuole evitare sorprese sul nuovo GP. Anche se le carcasse sono rimaste quelle del 2017, cambiano le mescole.