DopoGP speciale test Qatar 2020. Viñales super

Ultimi test prima del via della stagione, l’8 marzo a Losail. Yamaha e Suzuki molto consistenti e veloci, Honda in difficoltà, Ducati con un nuovo dispositivo che interviene sull’assetto. Stabili Aprilia e KTM. Perché Valentino fatica a tenere il passo degli altri piloti Yamaha
25 febbraio 2020

Giulio Bernardelle è prezioso per inquadrare come il nuovo pneumatico posteriore Michelin, più rigido nella costruzione, venga sfruttato a fondo su Yamaha e Suzuki che sviluppano un maggiore grip meccanico. Su Ducati e Honda c’è da lavorare. Circa la novità vista sul manubrio sinistro delle Ducati, il famoso holeshot, l’ingegnere ipotizza che il funzionamento sia completamente meccanico, e che il pilota possa azionarlo quando le sospensioni sono schiacciate, in piena curva, per tenere la moto più bassa in uscita e su parte del rettilineo successivo. Quali sono i vantaggi?

Cosa succede alla Honda? Prima si è visto Marc Marquez in difficoltà, poi un test con la carenatura 2019 e al terzo giorno un po’ di ottimismo. La RC213V si è forse spinta troppo in là, il nuovo motore potrebbe avere messo in crisi l’assetto. Non sembrano avere problemi, invece, Suzuki e Yamaha, i piloti rapidi a scendere coi tempi e poi capaci di costanza su un gran passo. Tutti tranne Rossi: proviamo a capire perché è l’unico a soffrire sulla M1 con il consumo della gomma posteriore.

Aprilia conferma la bontà del nuovo progetto, anche se in questa fase purtroppo pesa l’assenza del secondo pilota: Iannone resta indisponibile. KTM avanza soprattutto a livello motore, prestazioni e gestione. Infine, lato piloti, disastroso è per il momento Alex Marquez e molto promettente invece Binder.

 

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