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L’ingegner Bernardelle analizza le novità ciclistiche intorno alle rigidezze dei telai e ai test dei forcelloni in carbonio. E poi il gran lavoro sugli impianti di scarico rivolto a trovare più guidabilità e sull’aerodinamica, che è diventata importante nella prestazione delle MotoGP moderne. E infine le gomme: quello di quest’inverno è forse il cambiamento tecnico più rilevante apportato dal costruttore francese. Anche se non tutti hanno apprezzato la nuova posteriore di carcassa più rigida.
La M1 è cresciuta molto e presenta un nuovo sistema di blocco sospensione in partenza sull’esempio Ducati. I piloti sono abbastanza soddisfatti anche del nuovo motore. La squadra Yamaha è sulla carta la più forte. La Honda non soddisfa affatto Crutchlow, il più rapido, ma nemmeno Marc Marquez che ha ancora la spalla destra in disordine: la ciclistica resta difficile.
Zam, appena rientrato dalla Malesia, è stato colpito soprattutto dalla Suzuki, cresciuta e organizzata, con tanto materiale da provare; e i suoi piloti fanno una bella formazione equilibrata. Difficile invece capire la competitività di Ducati, a Sepang con novità aerodinamiche e costantemente la più rapida in rettilineo. Il Dovi era preoccupato per le nuove gomme, ma il terzo giorno è apparso abbastanza ottimista.
Infine Aprilia e KTM. La nuova RS-GP ha patito qualche problema di affidabilità, però va forte. Il problema è che Iannone non sarà disponibile a breve. Anche la casa austriaca ha messo in campo una moto molto migliorata. La MotoGP tornerà in pista con i test in Qatar dal 22 al 24 febbraio.