Dovizioso: “Che gusto arrivare qui primo in classifica”

Dovizioso: “Che gusto arrivare qui primo in classifica”
Andrea si gode il momento: “Anche il viaggio da casa mia a qui è stato differente, molto più piacevole. C’è tanta pressione su di me, molti mi parlano come se il mondiale fosse già vinto, ma non è affatto così. Questo non è un circuito a noi favorevole, ma non lo erano anche altri prima di questo ma poi siamo andati bene”
7 settembre 2017

MISANO ADRIATICO – E’ carico, motivato e molto determinato: non potrebbe essere altrimenti. Dopo due successi consecutivi – quattro dall’inizio del campionato – e il primato in classifica, per Andrea Dovizioso si prospetta un GP di Misano molto diverso dal solito.


«Effettivamente, anche il viaggio da casa (Forlì, NDA) a qui è stato molto piacevole: bisogna godersi al massimo il primo posto nel mondiale. Logicamente c’è tanta pressione, tutti si aspettano molto. Qui, noi, Yamaha e Honda abbiamo fatto i test, partiamo tutti dalla stessa situazione, anche se, rispetto a un mese fa, le temperature sono differenti: le gomme saranno le stesse, ma cambierà il comportamento, bisogna rivedere un po’ tutto. Bisogna stare tranquilli: questo, sulla carta, non è il miglior circuito per noi, ma non lo erano anche altri sui quali poi siamo andati bene».


In un campionato tanto equilibrato è sbagliato parlare di gara decisiva quando ne mancano ancora sei, ma proprio considerando i problemi teorici che dovreste avere qui, questo può essere considerato un GP chiave?

«No, è una gara come un’altra, non è questo il momento per pensare al campionato, tutto può cambiare da un momento all’altro: al Mugello, Márquez era indietro in classifica e apparentemente in difficoltà, poi è andato in testa e sembrava imbattibile, adesso non è più primo… Non è un GP decisivo, ma uno importante come tutti gli altri».


C’è tanta pressione su di te?

«In questo momento sì: tutti mi parlano come se il mondiale fosse già vinto, ma non è così. La forza è trasformare la pressione in energia positiva durante il fine settimana. Ho voglia di fare bene, non esiste “braccino” per il campionato, l’approccio deve essere lo stesso di Silverstone».


Dopo quattro vittorie ti senti “appagato”?

«Quando cominci a vincere non sei mai appagato: anzi, è una “droga”, vorresti vincere sempre di più… E poi l’obiettivo è il titolo, non puoi essere già appagato».


Questo è un circuito da “nuova carenatura”?

«Non lo so ancora, siamo molto indecisi, vediamo anche le condizioni meteo, perché un conto è avere quattro turni asciutti, un altro se devi affrontare la pioggia. E’ un’opzione, vediamo se ci può servire».


Cosa pensi di quanto accaduto a Valentino Rossi? E’ giusto allenarsi con la moto da fuoristrada?

«Intanto mi spiace molto che Valentino non ci sia. Io vengo dal motocross, dove forse è un po’ più facile avere la situazione sotto controllo, ma la mia idea è che un pilota si debba allenare con tutto quello che può per arrivare preparato alla MotoGP. Bisogna diversificare il più possibile, anche se ti esponi a più rischi. E quando ti alleni, non lo puoi fare al 60%, perché per migliorare devi spingere di più, magari non al 100%, ma comunque in modo significativo. E i rischi aumentano. Ma la mia idea è che comunque sia più logico prendersi dei rischi per arrivare pronto a una gara di MotoGP – dove il livello è altissimo, con piloti molto giovani e preparati – piuttosto che stare a casa a far niente, ma senza poi essere in forma per la gara. Se non ti alleni, non puoi migliorare gli aspetti negativi: bisogna cercare di usare la testa, anche se significa poco. Bisogna continuare a spingere: io sono favorevole a questi allenamenti».


Dovi, so già la risposta, ma te lo chiedo lo stesso: visto quanto sei in forma, se il GP del Qatar si fosse corso domenica scorsa invece che a marzo, avresti vinto (arrivò secondo a 0”4 da Viñales, n.d.a.)?

«No».


Sapevo la risposta, ma per una volta non sono d’accordo con il Dovi: per me è sì, avrebbe battuto Viñales. Voi cosa ne pensate?

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