Dovizioso: “E’ andata un po’ meglio”

Dovizioso: “E’ andata un po’ meglio”
Andrea Dovizioso è soddisfatto di questa prima giornata di prove. Lorenzo punta a una maggior accelerazione e Marquez è preoccupato per il lavoro ancora da fare | G. Zamagni, Sepang
26 febbraio 2013

Punti chiave


Non fa proclami, sa perfettamente che la sfida è difficilissima, ma, se non altro, Andrea Dovizioso è soddisfatto di questa prima giornata di prove.
«Sicuramente è andata un po’ meglio: è normale che il mio feeling migliori piano piano facendo chilometri. E l’approccio con il secondo test è sempre differente dal primo, sicuramente più positivo. Anche questa volta dobbiamo provare differenti set up e idee nuove che non eravamo riusciti a provare nel primo test, sempre per fornire dei dati sul materiale che verrà fatto in futuro. Abbiamo fatto delle prove di elettronica, comparando anche le due moto, perché avevamo un serbatoio un po’ differente che cambia la distribuzione dei pesi. Niente di stravolgente, ma è stato fatto un passo in avanti. Oggi ho usato solo un set di gomme e anche questo mi fa guardare con positività al distacco preso, inferiore a quello del primo test (di circa un secondo, NDA): insomma, abbiamo lavorato bene».
 

Ma il distacco non è inferiore solo perché davanti, per le condizioni delle pista sono andati più piano?
«Sì, ma è così anche per noi».


Però la storia insegna che mentre Honda e Yamaha migliorano, Ducati fatica ad abbassare i tempi.
«Non penso che sia questo il caso. La Malesia è un circuito particolare, il grip da un giorno all’altro cambia tantissimo, puoi migliorare anche di due secondi. Poi dipende anche da come uno lavora, che prove deve fare: teoricamente, però, noi siamo quelli che dobbiamo testare più materiale o set up, siamo obbligati a farlo, mentre altri piloti non hanno da stravolgere nulla. Credo che il distacco di oggi sia tra virgolette veritiero: è importante come è venuto il tempo. Poi vedremo nei tre giorni, quando andrò a spingere, cosa succederà. Ho fatto casualmente due giri dietro a Pedrosa: in frenata siamo messi abbastanza bene e anche in uscita non ci sono grandi problemi, ma non riuscimo a far curvare la moto. Quindi bilancio positivo per il primo giorno, anche se abbiamo sempre una grande vibrazione sul davanti».


Cosa è successo in queste tre settimane? Andavi tutti i giorni al reparto corse, hai discusso, litigato con gli ingegneri, hai fatto particolari richieste?
«Sono andato in Ducati per fare un incontro con Gobmeier, che non era venuto al primo test per motivi di lavoro. Lui il grosso lavoro lo fa con gli ingegneri a casa, ma tutti e due siamo convinti che ascoltare il pilota ha una grande importanza. Mi ha spiegato il suo punto di vista: mi piace la sua visione, la sua programmazione del progetto. Sta spingendo forte per far sì che ci siano cambiamenti importanti con una logica e il più velocemente possibile».


Davanti a tutti ha finito, ancora una volta Dani Pedrosa, apparso molto, molto determinato.
«Abbiamo provato delle piccole modifiche sulle sospensioni e differenti combinazioni di mappature. La pista, purtroppo, non era nelle migliori condizioni, ma ho cercato di provare il più possibile, sapendo che nel pomeriggio sarebbe potuta arrivare la pioggia, come effettivamente è successo. Ho fatto anche qualche giro sull’acqua, per verificare il comportamento della moto, che è un po’ diversa da quella dell’anno scorso. In questo momento, più che altro, bisogna fare selezione, dire: questo va bene, questo no. Al momento ho una buona base sulla quale lavorare, ma bisogna ancora sistemare alcuni aspetti». 

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«Li perdiamo soprattutto in accelerazione, è lì che la Yamaha deve migliorare. La moto 2013 ha fatto un passo in avanti nella ciclistica rispetto a quella dell’anno scorso, ma bisogna lavorare sul motore per essere più efficaci in uscita di curva. Riesco comunque a tenere un buon passo, costante e veloce: non siamo messi male».


Molto sereno anche Marc Marquez, che continua il suo apprendistato con la MotoGP.
«Il circuito era sporco e in queste condizioni non puoi fare più di tanto: è inutile fare grossi cambiamenti di assetto o di altro, se non puoi avere un riscontro per la pista non al meglio. Più che altro, quindi, ho girato per fare esperienza, senza lavorare sulla moto. Al momento, Pedrosa, Lorenzo e anche Rossi sono sicuramente più bravi e costanti di me, ma il mio obiettivo in questo momento è più che altro adattare la moto al mio stile di guida, facendo delle comparazioni che posso fare solo su questo tracciato, che già conosco con la MotoGP, perché Austin e Jerez saranno per me completamente nuovi e avrò altro a cui pensare».
 

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