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SEPANG - Un quarto posto sorprendente, a soli 181 millesimi dal miglior tempo di Alvaro Bautista: Andrea Dovizioso non si esalta mai, la sua soddisfazione è più che giustificata.
«Sono andato forte: abbiamo provato un assetto diverso, anche se di poco, per la ciclistica, che combinata a qualcosina di elettronica dà un feeling migliore. A fine giornata la pista era un po’ migliorata e così ha fatto un buon tempo, perché posso forzare di più in frenata. Questa, per Ducati, in passato era una delle piste peggiori, perché c’è poco grip: quindi riuscire a migliorare così tanto qui è più positivo che in altri circuiti. Per questo sono contento».
Come siamo messi invece sulla distanza?
«Credo che finché non riusciremo a far girare (“tornare”, come dice lui, NDA) meglio la moto, non potremo fare una grossa differenza, perché se non riesci a far “tornare” la moto, esci con più angolo, consumi di più le gomme, usi più energia e dato che te la devi giocare con grandi campioni e con moto che sono competitive fai fatica. Ma, certamente, partiamo da un livello più alto, i tempi non vengono a caso. Oltretutto, io non sono mai stato velocissimo nel giro secco: ecco quindi che la prestazione di oggi assume ancora più valore».
A cosa sono dovuti questi miglioramenti?
«Al metodo di lavoro: si fanno delle modifiche con una logica. Anche l’anno scorso provavamo tanto, ma non c’era una strada da seguire: adesso non si prova tanto per fare, ma tutti sanno quello che fanno».
Ha una logica provare la “Open” (con la quale la Ducati dovrebbe correre nel 2014, NDA)?
«Ne parliamo nei prossimi giorni».
Lorenzo: Abbiamo cercato di convincere la Bridgestone di cambiare pneumatici, ma loro dicono che queste vanno meglio e sono anche più sicure, mentre per me, ma anche per Valentino, è esattamente l’opposto