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VALENCIA – Ce l’ha fatta. Anche se l’impresa sembrava impossibile. Per questo, è ancora più bella: Andrea Dovizioso ha centrato l’obiettivo di arrivare davanti a Pedrosa e conquistare così il terzo posto in campionato.
“Finire così il mio rapporto con la Honda è la cosa migliore – commenta felice -: chiudere il campionato al terzo posto, con questo livello, è una grande soddisfazione. E lo è ancora di più esserci riuscito a Valencia, a casa di Dani, nel circuito dove lui è sempre andato fortissimo e io sono sempre stato in difficoltà”.
Andrea ripercorre la gara.
“Ho spinto sempre al 100%, ho fatto una strategia perfetta: lui era più veloce di me, ma ogni volta che mi passava, lo ripassavo immediatamente e cercavo di rallentarlo, di contrastarlo guidando con dolcezza. A causa delle condizioni della pista, ho dovuto montare la morbida anteriore e per questo non potevo spingere più di tanto, per non rischiare di rovinarla precocemente. Sicuramente le condizioni mi hanno un po’ aiutato, ma battere Pedrosa qui è qualcosa di speciale. E’ vero, ho uno stile e un carattere che non entusiasmano in televisione, ma alla fine sono sempre là davanti. Per riuscirci, ho lavorato tanto, in una categoria con livelli estremi e con moto difficilissime: in tanti mi hanno aiutato e voglio ringraziare la mia squadra, il capo tecnico Ramon: è stato emozionante vederlo piangere. Lasciarli mi dispiace”.
Da martedì inizia la nuova avventura con la Yamaha.
“Sono molto eccitato, ho voglia di provarla e fare, finalmente, questo paragone con la Honda. Come avevo già anticipato, proverò sia la 800 sia la 1000, per avere le idee più chiare”.
Dì la verità, Dovi, ci credevi a questo terzo posto in campionato?
“Prima di una gara cerco sempre di vedere tutto positivo, ma, realisticamente, sapevo che sarebbe stata difficile. In quanti avrebbero scommesso che ci sarei riuscito? Probabilmente nessuno e dopo le prove sembrava quasi impossibile. Ma non ho mollato, ho continuato a crederci”.
Cosa è successo in partenza?
“Non so, ho sentito qualcuno che mi toccava dalla parte destra, credo sia stato Bautista (è stato lui, nda). Per quanto mi riguarda, io ho pensato solamente a passare Rossi e impostare al meglio la prima curva”.
Non hai pensato anche a provare a vincere?
“Sì, anche perché nel finale c’erano le condizioni che preferisco, nelle quali mi esalto a guidare. Ho detto: “Ci provo”, riuscivo a stare lì senza prendere rischi, mi sembrava addirittura di avere del margine. Poi ho preso una brutta sbandata e ho pensato che non era il caso di fare cazzate, perché il terzo posto era troppo importante per me. Mi spiace un po’ non averci provato, ma non potevo rovinare tutto”.
Cosa significa questo terzo posto? E’ una rivincita nei confronti della Honda che non ti ha mai trattato troppo bene?
“E’ soprattutto una soddisfazione personale. Siamo in un periodo di tanti talenti, mentre io non sono considerato per quanto faccio. Ma guardo il foglio della classifica e sono lì, terzo in campionato”.
Cosa cambia fare terzo o quarto in campionato?
“Oh, cambia tanto, anche per quanto riguarda il premio finale. E’ chiaro che ci ho pensato: diciamo che è il mio ingaggio per il prossimo anno…”.
In gara hai mai pensato a Simoncelli?
“No. E credo che sia meglio così… A Marco ho pensato nel giro finale: forse c’entra qualcosa che sia riuscito a conquistare un risultato prestigioso su una pista a me sempre ostica”.
Invece, cosa hai provato durante il giro con tutte le moto in pista?
“La cerimonia è stata stupenda, organizzata benissimo. E’ stato incredibile girare con tante moto insieme: mi ha fatto venire in mente quando, da ragazzino, andavo a provare nei circuiti con 60 piloti e moto di tutti i tipi, dalla 125 alla 1000”.
Lorenzo ha confermato che non proverà nei prossimi due giorni: per te è un vantaggio?
“Sicuramente! Non essendoci lui dovranno ascoltare qualcun altro…”.