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INDIANAPOLIS – Sempre critico con se stesso, Andrea Dovizioso non celebra più di tanto un terzo posto invece molto significativo. Per diversi motivi: perché a Indy non era mai andato troppo bene (quarto posto miglior risultato); perché è il quinto podio con una moto satellite; perché il team Tech3 non aveva mai fatto cinque podi in una sola stagione (vorrà pur dire qualcosa); perché per l’ottava volta nel 2012 è arrivato davanti al compagno di squadra. I detrattori di Andrea potranno dire che il podio è frutto della fortuna, favorito dalla rottura del motore di Ben Spies e dalle difficoltà fisiche di Casey Stoner: per quanto riguarda Ben, era sicuramente competitivo e sarebbe arrivato quasi certamente davanti a Dovi, ma la caduta di Casey del sabato è stata un errore del pilota e nel motociclismo non scivolare è una componente che fa la differenza.
“Questa è una gara dura sia per la temperatura sia per come è fatto il circuito: è importante aver conquistato un altro podio. Sono soddisfatto del risultato e del riuscire a sfruttare tutte le possibilità per salire sul podio: nella mia carriera sono sempre stato costante, ma non mi aspettavo di poter conquistare cinque podi con la Yamaha satellite. Mi dà però fastidio che non sono stato costante: vorrei sempre fare il massimo delle mie possibilità, ma questa volta non ci sono riuscito. Purtroppo non mi sentivo la moto come in prova e ci ho messo un po’ di tempo a prendere il ritmo e quando Spies ha rotto il motore ho avuto un attimo di panico: per metà rettilineo non vedevo assolutamente nulla, non sapevo nemmeno dove si trovasse il pilota. Poi, quanto il fumo si è diradato, ho visto delle goccioline d’olio sulla visiera: ho temuto che anche le gomme si fossero sporcate. Ho perso secondi preziosi e ci ho messo un po’ a riprendermi. Sapevo che Stoner avrebbe faticato nel finale: l’ho passato infilandomi un po’ all’ultimo momento e per questo gli ho chiesto scusa, anche se non è stata una manovra scorretta”.
In settimana – tra martedì e mercoledì – dovrebbe arrivare l’annuncio dell’accordo (per due anni) con la Ducati, ma Dovizioso continua a parlarne con il condizionale, in attesa di firmare ufficialmente il contratto.
“Spero possa essere un affare sia per il pilota sia per la Casa”.
Meglio tornare al presente: se si paragonano le prestazioni di Dovizioso con quelle del compagno di squadra – da sempre il primo avversario – si capisce quanto bene stia facendo Andrea.
“Crutchlow ha fatto un inverno e un inizio stagione molto buono, ma io ancora non sfruttavo la Yamaha. Quando l’ho presa in mano meglio, gli sono sempre arrivato davanti. Cal è molto veloce, ma gli manca un po’ di esperienza nella MotoGP e questo fa la differenza. Nei tempi sul giro, in prova, mi è quasi sempre davanti, ma conta fino a un certo punto”.
A parte qualche occasione, il distacco da Stoner, Pedrosa e Lorenzo rimane più o meno sempre lo stesso: è un limite tecnico della moto satellite o del pilota?
I risultati negli ultimi anni non sono cambiati tanto, ma io sono progredito tantissimo
“Contano tante cose, come sempre. Sicuramente, però, è più un limite del pilota: posso andare più forte. Oggi non sempre andato al 100%, c’era la possibilità di battere Lorenzo. Da un certo punto di vista, vedo Stoner, Lorenzo, Pedrosa e Rossi che hanno meno problemi di questo tipo, riescono stare più costantemente al limite, però io penso di poter migliorare, anche se corro da 11 anni. I risultati negli ultimi anni non sono cambiati tanto, ma io sono progredito tantissimo. Non basta ancora per batterli, ma mi sto avvicinando e l’aspetto positivo è che io credo di poter ancora migliorare, mentre loro sono già al massimo".