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Buriram – Come ormai avviene da un po’ di tempo, Andrea Dovizioso è sereno e rilassato, convinto di poter fare bene, ma anche pronto ad affrontare eventuali difficoltà.
Andrea, com’è questa pista?
«Troppo piccola per le MotoGP di adesso: nella prima parte non si può fare nessun tipo di interpretazione. La seconda è meglio, ma è anche molto stretta, da seconda marcia: diciamo che non è la pista più bella del campionato. Credo che sarà una gara un po’ strana, con tanti aspetti da gestire, tanti dettagli da controllare che non puoi conoscere finché non fai il GP e che emergeranno solo domenica.
Rispetto ai test si riparte da zero, perché le gomme sono completamente differenti da quelle che avevamo utilizzato allora. Inoltre, il caldo sarà determinante: siamo al limite per tenuta tecnica e fisica. Diciamo che qui si arriverà alla gara con la situazione meno sotto controllo rispetto ad altri GP».
L’obiettivo è provare a ritardare il più possibile la conquista del titolo a Marquez?
«Il campionato è il mio ultimo pensiero: purtroppo, non ho il potere per condizionare il campionato di Marc. Penso solo a me, come ho sempre fatto nelle ultime gare, cercando di capire quei piccoli dettagli da modificare per rendere ancora più competitiva la moto per il 2019. Quest’anno siamo migliorati parecchio, ma ancora non basta».
Cosa era emerso dai test?
«Difficile rispondere, perché, come ho detto, le gomme sono cambiate. Sicuramente le Honda erano competitive, con tutti i piloti».
Nelle ultime 4 gare, hai ottenuto 86 punti su 100 disponibili: significa che sei nel miglior momento della tua carriera?
«Sia io sia la moto siamo più forti rispetto al 2017: quello dell’anno scorso era stato un campionato strano, nel quale avevamo cambiato passo al Mugello, ma poi avevamo avuto tanti alti e bassi. Quest’anno abbiamo fatto un po’ fatica con le “ali” e con le gomme e solo da Brno in poi abbiamo espresso al meglio il nostro potenziale.
Già da Le Mans, per la verità, siamo forti, ma da Brno abbiamo migliorato dei piccoli aspetti che ci permettono di essere più costanti. Insomma, adesso c’è più sostanza dell’anno scorso, anche se nel 2017 ci eravamo giocati il campionato fino all’ultima gara. E’ merito del lavoro che abbiamo fatto, non si tratta solamente di un momento di forma».
Perché hai detto che ci avete messo un po’ a capire le “ali”?
«Per riuscire a capire, devi sbattere la faccia contro il muro, devi sbagliare. Credo, penso e spero che dove abbiamo sbagliato nel 2018, ci serva per il 2019: è chiaro che i miei tre zero pesano e influiscono sul campionato, ma sono stati anche fatti degli errori che ci hanno messo in crisi. Lavorandoci, però, ne siamo usciti bene».
Cosa pensi dell’incidente al via di Aragon tra Marquez e Lorenzo?
«Per quanto mi riguarda, sono uscito in testa dalla prima curva: sono stato intelligente, ho fatto la giusta strategia. Degli altri non parlo».