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SACHSENRING – Terzo, come settimana scorsa ad Assen e come a Barcellona. E se non fosse caduto a Silverstone, probabilmente, sarebbe il quarto podio (consecutivo) della stagione. Insomma, Andrea Dovizioso può essere contento, anche se Pedrosa, Stoner e Lorenzo rimangono ancora un po’ più veloci. Ma il Dovi migliora GP dopo GP ed aver conquistato due risultati così importanti su piste a lui sfavorevoli in passato, la dice lunga sui passi in avanti fatti dal pilota della Yamaha. “Qui sono sempre andato così male che non so nemmeno dove sia il podio” ha scherzato poco dopo aver tagliato il traguardo: una sintesi perfetta per inquadrare bene la situazione.
Andrea, terzo podio stagionale: questo è il più importante o il più significativo?
“Sono importanti tutti. Era importante conquistare il primo podio a Barcellona, importante quello di Assen su una posta difficile per me. Ma qui gli voglio dare ancora più valore, perché è una pista dove, in MotoGP, ho sempre fatto fatica: il terzo posto è la conferma che lavoriamo bene in prova, anche se, purtroppo, non riusciamo a fare il tempone. Ci concentriamo sulla distanza e in gara siamo veloci. Questo risultato è importantissimo per tanti motivi, in particolare perché siamo un team satellite e arrivare davanti a Spies e Crutchlow è fondamentale per il mio futuro. Ma, soprattutto, è importante per come sono riuscito a batterli: do grande importanza alla mia costanza in gara, riuscendo a contrastare gli altri in velocità – dove solitamente sono più in difficoltà - e non con le staccate; averlo fatto su questa pista è davvero bello e soddisfacente. Riuscire a girare tutta la gara in 1’23” basso, soprattutto alla fine quando la gomma era calata molta, mi soddisfa molto. Mi manca ancora un po’ di velocità, anche se oggi ho fatto quasi la gara perfetta: volutamente non sono andato più forte all’inizio, perché sapevo che potevano venire fuori dei problemi e alla fine sarebbe stato peggio. Non sarei riuscito comunque a stare con le Honda e nemmeno con Lorenzo, anche se non era troppo lontano. L’obiettivo oggi era fare la gara che ho fatto: quando riesci a centrare il risultato sperato è sempre bello”.
Dici: mi manca un po’ di velocità. Dove?
“Per andare forte con la Yamaha devi cercare di lasciare i freni un pochino prima e fare più velocità in percorrenza. Al Sachsenring è complicato perché le caratteristiche del circuito non te lo permettono particolarmente e avendo avuto solo un turno sull’asciutto per lavorare, non ho potuto concentrarmi su questo. Al Mugello, se avremo tutti i turni con il sole, ci saranno le condizioni per riuscire a migliorare in questo: sono molto fiducioso, lì dovrei essere più competitivo rispetto agli ultimi 2 GP. La realtà è che riuscire a battere loro
Bisogna andare al Mugello convinti, lavorare bene come avevo fatto l’anno scorso, quando avevo fatto secondo, primo Honda, e mi ero giocato il successo
(Pedrosa, Stoner, Lorenzo NDA) e sentirsi forti come loro non è semplice. Bisogna andare al Mugello convinti, lavorare bene come avevo fatto l’anno scorso, quando avevo fatto secondo, primo Honda, e mi ero giocato il successo”.
Con la Yamaha diventano belle tutte le piste?
“No! Anche se affronti le curve in modo diverso, le piste rimangono ugualmente più o meno complicate: magari puoi andare più forte”.
Ti sei dato una scadenza su quando riuscire a prendere quei tre?
“Quello che ho fatto ad Assen e al Sachsenring era il mio obiettivo massimo. Al Mugello le mie aspettative sono più alte, ma non voglio dire niente… Questo dà la possibilità di migliorare e avvicinarsi a loro. Bisogna stare con i piedi per terra: loro sono anni che si giocano i campionati, vincono delle gare e in questi anni sono stati più veloci di me. Non si migliora così facilmente. Non voglio parlare molto di moto satellite e moto ufficiale: sono simili, ma non uguali. Non voglio parlare di questo, non l’ho mai fatto, ma bisogna tenere conto anche di questo elemento. Dobbiamo pensare di avvicinarci, non sognare, perché stiamo facendo bene, di essere già veloci come loro: bisogna avvicinarsi e andare in un team ufficiale nel 2013”.
Al Mugello, preferiresti fare terzo come oggi o quarto attaccato a loro?
“Quarto attaccato a loro! Per me, è molto più importante avvicinarmi ai primi della posizione. Ad Assen e al Sachsenring sapevo di non essere veloce quanto loro e anche se sono andato molto più forte degli altri anni, sapevo di non poter fare più di tanto. Però al Mugello, dove penso di poter andare più forte, sarà importante arrivare vicino a loro”.
Quanto gusto ti dà essere arrivato ancora davanti a Spies?
“Non è una questione di gusto, piuttosto è la conferma della nostra velocità. E’ vero, gli sono arrivati davanti per pochi millesimi (153, NDA), ma le nostre gare non sono paragonabili, perché il ritmo l’ho sempre fatto io e non gli ho mai dato la possibilità di passare”.
Quando si saprà qualcosa di più del tuo futuro?
“Dopo il Mugello. Personalmente sono molto fiducioso”.