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AUSTIN – Un altro podio, un altro secondo posto, un’altra bellissima gara di Andrea Dovizioso. Con una moto finalmente competitiva, Andrea comincia a togliersi un po’ di soddisfazioni, confermandosi pilota in grado di giocarsela alla pari con i migliori del mondo.
«Sono molto contento per tanti aspetti: siamo riusciti a fare una gran gara in una pista completamente differente; ho gestito al meglio una situazione molto difficile per tutti, perché questo è un tracciato particolare, dove devi preservare energia, velocità e gomme nello stesso momento; sono soddisfatto per gli ultimi sei giri, quando ho spinto al 100% pur non avendo troppe carte da giocarmi, per mettere in crisi Valentino e non dargli la possibilità di combattere con me».
Sapete che io sono molto esigente: ci manca ancora qualcosina per essere sereni e pensare di stare davanti in tutte le gare
Insomma, tutto perfetto.
«Calma! Sapete che io sono molto esigente: ci manca ancora qualcosina per essere sereni e pensare di stare davanti in tutte le gare. Mi spiego: Marquez e Rossi, per lo stile e la moto che hanno, possono essere più forti in alcune piste e meno in altre, ma il loro livello è quello. A noi manca un po’ di stabilità in frenata e un po’ di trazione per poter dire che siamo lì per il campionato, che ce la possiamo giocare. Non è una preoccupazione enorme, è normale quello che sta succedendo: anzi, la GP15 sta andando meglio delle aspettative, la moto è davvero competitiva, il lavoro che stiamo facendo è favoloso. Naturalmente, però, abbiamo bisogno di tempo: speriamo di trovare nelle prossime gare sempre dei turni asciutti e avere la possibilità di capire se possiamo migliorare le piccole cose che ci mancano. Parliamo di dettagli, ma, a questo livello, quando te la giochi con loro tutto fa la differenza».
Quali sono i vostri punti positivi?
«Il motore va fortissimo e abbiamo una buonissima base, che ci fa sperare di essere competitivi in tutte le piste, ma giocarsi la vittoria in tutti i GP è una cosa diversa. Faccio un esempio: nel 2014, Rossi è andato fortissimo tutta la stagione, ma ha avuto poche volte la possibilità di giocarsi veramente la vittoria contro Marquez. Ecco, in questo momento noi siamo nella stessa situazione».
Sei secondo in campionato a un solo punto da Rossi, ma Marquez dice di temere soprattutto Valentino per il mondiale; tu come la pensi?
«Esattamente come Marc, ha ragione. E’ logico che Valentino sia più temuto di me per la stagione che ha fatto nel 2014, per la competitività della moto, per la sua esperienza e tutti i titoli mondiali che ha vinto. Però noi siamo molto competitivi, non credo che Marquez sia uno sprovveduto: sa benissimo che se miglioriamo un pochino deve tenere in considerazione anche me e la Ducati».
In Qatar ti aveva battuto, qui sei stato tu ad arrivare davanti a Rossi: che significato ha?
«Nessuno, in particolare. Io mi sento molto forte nella “lotta”: in Qatar mi aveva dato molto fastidio perdere, anche se, sinceramente, non mi sento di aver sbagliato qualcosa, di poter fare di più. Questo secondo posto è importante soprattutto per come sono riuscito a ottenerlo: ho passato Rossi e ho fatto sei giri al limite. Ho visto che era in crisi con il davanti, che noi eravamo messi meglio e ho sfruttato l’occasione».
Andrea, hai fatto una grande gara, hai ottenuto un grande risultato, ma non sembri felicissimo; perché? C’è qualcosa che ti ha dato fastidio?
«No, assolutamente, è un’impressione sbagliata. C’è stata solo quella frenata (all’ottavo giro, quando Dovizioso e Rossi non si sono toccati per un capello, NDA) troppo al limite: potevamo cadere entrambi. Se in quel frangente io non fossi riuscito a rallentare ci saremmo toccati e avremmo vanificato un risultato importantissimo. Ma lo sa bene anche Valentino: lui è uno intelligente, abbiamo parlato di quell’episodio, con lui lo puoi fare senza problemi. Quindi no, sono contentissimo, ma io voglio sempre di più, non mi accontento: ho notato, lottando con loro, che ci manca qualcosina. Ripeto, siamo in una situazione speciale, abbiamo fatto due grandi gare, siamo secondi nel mondiale a un punto, ma loro (Honda e Yamaha, NDA) sono un po’ più efficaci di noi».
Dovete conoscere meglio la moto per trovare questo “qualcosina”?
«Conoscendo meglio la moto possiamo capire se possiamo fare un altro passo in avanti: non è così scontato che girando di più troviamo quel qualcosa che ci manca in frenata e accelerazione».