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«Quelli in Spagna sono stati test molto difficili. Ma me lo aspettavo e non sono così preoccupato. Alla vigilia, sapevo che per me sarebbe stato più duro che per gli altri piloti Yamaha, perché ancora non ho la M1 sotto controllo al 100%. Lorenzo è andato molto forte, sfruttando al meglio i punti forti della moto in inserimento e percorrenza di curva, mentre io ancora non riesco a ottenere il massimo rendimento. Ho avuto sempre problemi di impennata in accelerazione e non eravamo perfettamente a posto con i controlli elettronici: diciamo che a Jerez ho combattuto abbastanza. Ma l’ultimo giorno è stato molto importante: non dimentichiamo che la mia esperienza con la M1 e la squadra è molto limitata, perché il primo test in Malesia, a causa delle mie condizioni fisiche (Andrea era appena stato operato alla spalla destra infortunata mentre si allenava con la moto da cross, NDA), è come se non l’avessi fatto, mentre a Jerez il primo giorno non stavo benissimo per un problema intestinale e il secondo è piovuto.
Non sono veloce come loro, ma non così lontano come sembra dalla classifica dei test
Nell’ultimo giorno abbiamo fatto dei passi in avanti sul controllo generale della moto: credo si vedranno i risultati in gara. Per questo non mi preoccupa essere stato sempre piuttosto indietro a Jerez. Anche perché io ho sempre girato con le gomme dure e c’è parecchia differenza rispetto alle morbide. Infatti, quando l’ho montata nel pomeriggio a Jerez sono subito sceso a 1’40” basso, che era il ritmo dei primi, anche se loro, probabilmente, lo facevano con coperture usate. A Jerez non sono veloce come loro, ma non così lontano come sembra dalla classifica dei test. Sicuramente devo migliorare, ma soprattutto nell’affiatamento con la Yamaha: abbiamo dei lati negativi, ma sfruttando quelli positivi si può stare davanti, come dimostra Lorenzo».
Quanto tempo ti occorre?
«Questo non si può prevedere. In ogni caso, lo ripeto, a Jerez nell’ultimo giorno abbiamo fatto un lavoro molto importante in funzione della distanza, anche se non siamo andati troppo forte. Mi ritengo un pilota “da gara”, non mi preoccupa troppo andare in Qatar (pista dove Dovizioso è sempre andato bene, NDA) in queste condizioni, tracciato più simile a quello della Malesia: credo che potremo essere competitivi. Sono però anche consapevole che i quattro piloti ufficiali, soprattutto Lorenzo, Pedrosa e Stoner, stanno andando molto forte e, forse, in gara saranno ancora più competitivi. Ma non li vedo così lontani».
Stando ai test, Stoner, Lorenzo e Pedrosa (non necessariamente in questo ordine), sembrano decisamente più veloci…
«Un po’ più veloci, mi piace di più! Poi c’è un gruppetto numeroso, anche se poi in gara il numero di quelli che vanno forte diminuisce. Con i dati che emergono dai test, fai fatica a capire veramente cosa potrà fare Valentino in gara, cosa potrò fare io, o Crutchlow, o Bautista, o Bradl, che è al debutto: il GP è un’altra cosa. Io la vedo positiva: mi sento abbastanza forte per combattere. Mi dà un po’ fastidio partire per la stagione senza avere la Yamaha perfettamente sotto controllo: questa, però, è la situazione e non lo vedo come un grosso problema».