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A 76 anni Gigi Soldano può vantare un archivio unico, uno studio straordinario che racconta quattro decenni di motorsport attraverso i suoi scatti. Un testimone silenzioso ma incredibilmente vivace della storia delle corse.
Lo abbiamo intervista a Varese, nello studio Milagro, un luogo incredibile, costruito a immagine e somiglianza di quest'uomo, così pieno di vita.
Soldano ha raccontato la sua straordinaria carriera di fotografo sportivo, un viaggio iniziato quasi per caso, dopo essere stato messo in cassa integrazione da un'azienda metalmeccanica.
Soldano lavora nel paddock del motomondiale dal 1985, quindi sono 40 anni esatti quest'anno.
Gigi ha trasformato quella che sembrava una battuta d'arresto in un'opportunità, abbandonando il mondo aziendale per inseguire la sua passione per la fotografia. Il suo percorso nel mondo delle due ruote è stato contrassegnato da incontri decisivi, come quelli con il nostro Nico Cereghini e Paolo Beltramo, che gli aprirono le porte del giornalismo sportivo.
Ben presto, Soldano si è specializzato nella fotografia di motociclismo, prima però, per diversi anni, è stato operatore video.
I numeri parlano chiaro: migliaia di scatti per ogni Gran Premio, con l'avvento del digitale che ha moltiplicato la sua produzione. Dalle diapositive agli attuali 8.000 scatti per weekend, Soldano ha documentato l'evoluzione tecnologica non solo delle moto, ma anche dell'arte fotografica.
Tra i suoi soggetti più celebri, Valentino Rossi spicca come un protagonista speciale. Un rapporto a volte simbiotico, fatto di complicità e rispetto reciproco, che lo ha portato a immortalare momenti epici della carriera del Dottore, dalla sua giovinezza fino ai successi mondiali.
Ma l'obiettivo di Soldano non si è fermato alle sole gare. La Dakar è stata per lui un punto di svolta, aprendo nuovi orizzonti di racconto sportivo. I rally nel deserto, le competizioni africane hanno arricchito il suo straordinario archivio di immagini.
Intervista di René Pierotti, immagini e montaggio del videomaker Luca Catasta.