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ESTORIL – E’ prevista pioggia, ma qui, vicino all’oceano, il meteo cambia molto velocemente: per il momento, all’Estoril c’è un gran bel sole, con una temperatura quasi estiva. In ogni caso, qualunque sia il meteo, l’importante è tornare in pista: è passato così tanto tempo dall’ultimo GP (3 aprile, Spagna), che c’era il rischio che qualche pilota si dimenticasse di venire in Portogallo…
Qui siamo a casa di Jorge Lorenzo, che su questo tracciato parte in pole e vince dal 2008, ovvero dal suo debutto in MotoGP.
“Sicuramente – conferma – è un circuito che amo e il primo successo in MotoGP è qualcosa che ti ricordi per tutta la vita. Ma adesso il passato non conta e le circostanze sono completamente differenti. L’importante è non mettersi addosso nessuna pressione e pensare che è possibile conquistare qualsiasi risultato. Questo mese di pausa è servito per rilassarsi, ma anche per prepararsi al meglio, fisicamente e mentalmente”. Un aspetto, quest’ultimo, che Lorenzo cura in modo particolare: non a caso è l’unico pilota a essere al livello di Valentino Rossi.
Anche il pilota della Ducati ha un ottimo “palmares” all’Estoril: 10 podi su undici GP disputati qui, con cinque vittorie e un quarto posto come peggior risultato. Valentino, però, non sembra in grandissima forma, al di là di un viso abbronzato in una settimana di vacanza lontano dall’Italia.
“E’ un circuito particolare – dice Rossi -, ma qui in passato ho sempre fatto belle gare. In questi giorni, alla Ducati hanno lavorato molto, cercando di migliorare alcune aree della moto: Guareschi e Battaini hanno provato a lungo al Mugello, ma per la gara la GP11 sarà più o meno simile ai GP precedenti, con solo qualche aggiornamento di elettronica. Sicuramente, per lo sviluppo, sarà più importante il test di lunedì. Questa lunga pausa mi ha permesso di recuperare un po’ di forza: speriamo di essere più competitivi anche sull’asciutto”.
Di fianco a lui è seduto Dani Pedrosa, reduce dall’ennesimo intervento alla spalla sinistra. “Avevamo due strade da seguire – spiega lo spagnolo –: abbiamo scelto quella che ritenevamo più adatta a disputare al meglio questa gara. Purtroppo, finché non salirò in sella non saprò esattamente quali sono le mie condizioni: credo comunque di stare sicuramente meglio rispetto ai primi due GP, spero sia sufficiente per fare una buona gara”.
Così, un po’ a sorpresa, quello più sorridente e rilassato è Casey Stoner. La doppia incazzatura di Jerez – la prima per essere stato abbattuto da Rossi, la seconda per non essere stato aiutato a ripartire dagli addetti alla pista – sembra lontanissima nel tempo, anche se l’australiano non ha nessun problema a ritornare sull’episodio e, soprattutto, sul dopo corsa, quando una sua dichiarazione aveva scatenato le polemiche.
“Non ho mai detto – puntualizza – che Rossi non ha talento, ma solamente che in quel preciso episodio la sua ambizione ha superato il suo talento. Rimango dell’idea che a Jerez gli addetti alla pista non abbiano fatto il miglior lavoro possibile: la mia moto era nelle condizioni di ripartire. Ma adesso bisogna pensare a questo GP: il tracciato dell’Estoril non è uno dei miei favoriti, ma in passato ho ottenuto buoni risultati”.
Domani mattina proverà a guidare anche Alvaro Bautista, a soli 41 giorni dalla frattura del femore sinistro.
“Lunedì e mercoledì – svela il pilota della Suzuki – ho girato in pista con una Supermotard, con risultati incoraggianti. Ma la MotoGP, naturalmente, è tutta un’altra cosa: dopo il primo turno di libere, deciderò se correre o no”.
Se non ce la dovesse fare, al suo posto ci sarà il collaudatore Nobuatsu Aoki.