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Montmelò - Di nero Aprilia vestito, dopo aver indossato il rosso Ducati e l’arancione KTM. L’ingegnere Fabiano Sterlacchini è un tecnico di grandissimo valore, cresciuto a Borgo Panigale, braccio destro dell’ingegner Dall’Igna fino al 2020, poi trasferitosi (metaforicamente) nel 2022 in Austria, facendo crescere la RC16, senza però riuscire a conquistare un GP. A luglio il contratto, in scadenza, non è stato rinnovato. Per un periodo, si pensava che potesse andare in HRC. “C’è stato un momento, dopo la mia separazione da KTM, in cui ci sono stati vari avvicinamenti. Poi uno fa delle scelte, ed eccomi qui”, dice senza entrare nello specifico. E allora, eccolo qui a Noale, eccolo a fare il bilancio dalla sua prima giornata ufficiale da direttore tecnico Aprilia.
“E’ stata una sessione abbastanza positiva, una prima presa di contatto. Come si dice: il buongiorno si vede dal mattino e le sensazioni dei piloti sono state molto buone. Ovviamente, qualsiasi tipo di conclusione, anche da parte dei piloti, va rivista in un’altra situazione, sia come disegno della pista, sia come grip dell’asfalto, perché sotto questo aspetto Barcellona è una pista un po’ particolare. Siamo ragionevolmente soddisfatti, ma guardiamo avanti”.
L’aspetto più positivo e quello più negativo?
“Alcuni sono stati evidenziati anche dalle immagini televisive: la moto ha un po’ di movimenti in uscita di curve, questo è stato un qualcosa sottolineato da entrambi i piloti. Quindi dobbiamo lavorare sulla stabilità. Mentre quello positivo è che in tempi ragionevolmente brevi, Martin è riuscito ad arrivare ai suoi angoli di piega: questo denota il buon feeling che ha avuto nel suo primo approccio con la RS-GP”
Questo è un tracciato storicamente favorevole ad Aprilia: è un bene o un male iniziare la tua avventura dal Montmelò?
“Forse questo era più vero in passato, guardando i risultati di quest’anno, che è stato sicuramente differente dal 2023 quando Aprilia fece doppietta (1 Espargaro, 2 Vinales). Sicuramente ci sono degli aspetti positivi e negativi come in tutte le situazioni. Ritengo sia stata un’opportunità importante: avevamo un buon rifermento nelle prestazioni di Espargaro”
Il box ha bisogno di innesti umani, di nuovi tecnici?
“Ritengo proprio di no. Una delle ragioni per cui sono qui in Aprilia è perché ho visto un potenziale incredibile dal punto di vista della qualità delle persone. Non c’è bisogna di niente, dobbiamo lavorare con quello che abbiamo”
Quanta è la distanza da Ducati e qual è l’aspetto dove bisogna lavorare di più per arrivare a quel livello?
“Ducati ha vinto il mondiale e ha quattro moto nelle prime quattro posizioni: ovvio che sia il punto di riferimento. Difficile dire a che distanza siamo, le comparative andrebbero fatte dopo un periodo più lungo e fare un vero e proprio confronto, che non si può mai fare. Nel motorsport non esiste un unico aspetto da curare, ma bisogna lavorare inesorabilmente su tutto: ci vogliono più cavalli, la moto deve girare di più, deve essere più stabile… Il percorso fatto da Ducati è iniziato tanti anni fa, alla ricerca della perfezione. Noi dobbiamo continuare, cercando di essere più veloci di loro, perché stiamo inseguendo”
Avete due piloti che vengono dalla Ducati, uno dalla GP23 e uno dalla GP24: quali sono state le loro sensazioni?
“Come ho detto, positive. Probabilmente avete visto i loro gesti: si capiva che le sensazioni erano migliori delle aspettative. Come tutti i progetti, c’è qualcosa in più sotto un aspetto, qualcosa in meno sotto un altro: è un bilanciamento. Hanno sottolineato alcuni punti di forza e altri su cui bisogna lavorare, senza dimenticare che vengono da tanti anni con la stessa moto: quindi con la Casa precedente hanno fatto un percorso di affinamento, di messa a punto, si sono cuciti la moto attorno a loro. Qui siamo solo all’inizio”.