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Qualcuno lo vorrebbe lontano da Ducati già dal prossimo anno, ipotizzando, in maniera decisamente fantasiosa, un futuro altro, ma la verità è che Gigi Dall'Igna e Ducati sono, almeno salvo clamorosi colpi di scena, una cosa sola. Si è visto, oltre che sentito, anche nell'intervista realizzata da motogp.com, con l'ingegnere italiano che ha raccontato i retroscena del box e il gran lavoro fatto questo inverno per migliorare una Desmosedici nonostante ci fosse ben poco da migliorare (visti i regolamenti). "Siamo riusciti - ha detto - a trovare alcune aree di miglioramento consentite dal regolamento e in particolare sulla ciclistica. Sono molto soddisfatto del lavoro che abbiamo fatto, ma io non sono mai contento e vorrei ancora di più: la moto non gira come vorremmo, ci sono ancora cose da fare non solo nella zona del telaio, ma anche nel motore se possibile“.
Strada tracciata, quindi, e voglia di affermare il marchio non solo con i piloti in pista, ma anche per qualità e performance del "prodotto" Desmosedici. A cominciare da quello che, almeno per adesso, è un vero e proprio vanto: l'holeshot: "Siamo partiti con una semplice idea un paio di anni fa. E ogni sei mesi abbiamo introdotto qualcosa di nuovo per migliorare questo sistema. Senza poter ricorrere all'elettronica, visto che il regolamento non lo consente, non è stato facile trovare il modo per ottenere il risultato con soli sistemi meccanici, ma sembra che ci siamo riusciti".
I risultati, in effetti, parlano abbastanza chiaro, anche se il campionato è ancora lunghissimo e c'è molto da dimostrare in pista. Con Dall'Igna che, però, aggiunge che, oltre alla moto 2021, a Borgo Panigale si sta già lavorando sulla Desmosedici del prossimo mondiale: "Ad ottobre vedremo qualcosa in pista. Ora non posso dire cosa vedremo nel 2022. È importante pensare sempre in modo diverso e creare qualcosa di nuovo".