GP di Catalunya, MotoGP vs Formula1, velocità massime e non solo: che cosa cambia?

GP di Catalunya, MotoGP vs Formula1, velocità massime e non solo: che cosa cambia?
Il Montmelò ospita la MotoGP e la F1. L’occasione per vedere alcune differenze fra i due mondi del Motorsport
17 giugno 2019

Secondo circuito più veloce del motomondiale, dopo quello del Mugello di cui ci siamo occupati qui, il Montmelò che ha ospitato ieri la MotoGP offre altri spunti nella comparazione fra le prestazioni in pista di una MotoGP e di una monoposto di Formula 1.

In fondo il rettilineo principale il primato velocistico quest’anno è stato messo a segno da Andrea Dovizioso durante le FP3: 348,1 km/h. L’anno scorso il Dovi sulla Ducati Desmosedici GP18 aveva fatto appena meglio: 348,8 orari durante le FP2.
La punta massima ottenuta da una vettura di Formula 1 dell’era recente è stata invece di 338,1 km/h (Daniel Ricciardo con la Red Bull l’anno scorso).

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Il giro veloce nella gara MotoGP di ieri è stato ottenuto da Marc Marquez con il tempo di 1’40.507, corrispondente alla media di 165,7 km/h. Nel recente GP di F1 di Barcellona, il giro record in gara è stato segnato da Lewis Hamilton, Mercedes, con il tempo si 1’18.492, che corrisponde alla velocità media di 213,499 km/h. Come è noto il GP di F1 si snoda su un tracciato differente rispetto alla MotoGP a causa del passaggio in un stretta variante dopo la curva 12 che ha il compito di ridurre la velocità di ingresso nell’ultima curva che precede il rettifilo d’arrivo. A parità di tracciato il divario sarebbe insomma superiore, basti dire che nel 2017 il best lap con pista modifica pe rle MotoGP è stato di 1'45.969. 
Nelle qualifiche F1 di quest'anno Valtteri Bottas è sceso a 1'15.406, il best lap MotoGP, con la pista nella configurazione moto attuale, appartine a Jorge Lorenzo (2018, Ducati) con 1'36.680.

La dinamica dei due veicoli, monoposto e MotoGP, è naturalmente molto diversa – lo stesso vale per le potenze in gioco - e soprattutto nel caso della F1 il ruolo dell’aerodinamica finalizzato alla velocità di percorrenza di curva permette di sfruttare in misura ancora maggiore la grande differenza di impronta a terra offerta dai quattro pneumatici rispetto ai due di una MotoGP, per di più sull’angolo. Così come è notevolmente superiore la potenza frenante sulle monoposto, resa possibile dal baricentro basso e ancora una volta dalla superficie d’impronta dei pneumatici diverse volte maggiore.

In questa fase della guida ci vengono in aiuto alcuni numeri forniti da Brembo - che è presente in entrambi i campiontai -  chiarendo i diversi comportamenti.

Lewis Hamilton. GP Barcellona 2019
Lewis Hamilton. GP Barcellona 2019

Alla staccata dopo il punto più veloce, la curva 1, le MotoGP scendono da oltre 345 a soli 101 orari (con un delta velocistico di 244 km/h) nello spazio di 293 metri impiegandoci 5,4”. La decelerazione massima è quindi pari a 1,5 g.

Alla stessa curva le monoposto F1 iniziano la staccata a circa 325 orari, frenano per 2,01”, arrivano al punto di corda a 146 km/h percorrendo 119 metri; e con una decelerazione massima pari a 5,3 g: tre volte e mezza quella registrata dalla MotoGP.

Per le Formula 1 la frenata più importante è in realtà quella della curva 10 (la stessa del filotto di Lorenzo): in questo caso le monoposto passano da 319 a 79 km/h in soli 129 metri: il tempo di frenata è di 2,9”, con un carico del pedale del freno pari a 196 kg (contro i 137 della curva 1) e una decelerazione massima di 5,2 g.

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