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«E’ stata una gara bellissima, con un ultimo giro da cardiopalma, dopo una gara tiratissima. E’ vero, i sorpassi non sono stati tanti, ma lo spettacolo è stato di altissimo livello. Pedrosa ha finalmente dimostrato che anche nel corpo a corpo, se la moto è a posto e lui sta bene fisicamente, può dire la sua; credo che tutti, o quasi, abbiano pensato che quando Lorenzo si è infilato nell’ultimo giro avrebbe vinto, invece Dani ci ha creduto fino alla fine. Questo è un successo importante, perché ha battuto Lorenzo, che nel finale fa sempre una grande differenza e sono già due GP consecutivi che la spunta Pedrosa e ha già recuperato dieci punti, facendo venire la “lingua lunga” alla lepre».
Adesso Lorenzo e Pedrosa sono separati da 13 punti: come vedi l’equilibrio del campionato da un punto di vista umano e sotto il profilo tecnico?
«Tecnicamente ci sono tre giorni importanti di test (uno a Brno già effettuato, durante il quale Lorenzo ha provato un nuovo telaio, senza però i benefici sperati, NDA) prima di Misano (dove Ducati sta provando, NDR), dove speriamo di riuscire a rendere ancora più competitiva la RC213V: ad Aragon ci sarà un telaio nuovo, che speriamo aiuti a risolvere il problema del “chattering”, che patisce pure Dani, anche se meno di Stoner. La Honda si sta impegnando molto, anche perché noi abbiamo fatto più fatica della Yamaha ad adattarci alle nuove gomme e siamo un po’ indietro. Dal punto di vista sportivo, finché non torna Casey, Pedrosa e Lorenzo continueranno a fare primo e secondo di sicuro, perché in questo momento sono nettamente più forti di tutti gli altri. Faccio fatica a pensare che in condizioni di pista asciutta qualcuno possa mettersi in mezzo: per questo sarà un campionato ancora più difficile e conterà soprattutto non fare errori, più che stare davanti l’uno all’altro. E’ chiaro che Dani deve recuperare e deve cercare di arrivare davanti, ma se uno fa primo l’altro fa secondo, non si scappa».
Personalmente ritengo la vittoria di domenica fondamentale a livello psicologico: quanto conta secondo te questo successo di Pedrosa?
«Credo che la vittoria di Dani sia importante per lui, ma fino a un certo punto, perché lui sa di essere forte, ma è importante per mettere pressione a Jorge: la nostra moto sta crescendo, con un programma di sviluppo forse più aggressivo di quello della Yamaha».
Conosci bene Stoner: quando tornerà secondo te?
«Non siamo ancora in grado di rispondere, perché i medici hanno detto che bisogna aspettare l’operazione prima di poter dire qualcosa. La caviglia destra è messa veramente male: speriamo bene».
Facciamo un passo indietro, torniamo al GP di Indy: dopo aver dato 6,5 a Stoner per il quarto posto sono stato sommerso dalle critiche dai lettori di Moto.it e appena arrivato a Brno, la prima persona che ho incontrato sei stato tu e mi hai “massacrato” per il voto a Casey. La mia teoria è che, purtroppo, il suo errore sia stato grave (Stoner è caduto al quarto giro quando aveva già fatto un tempo mostruoso, compromettendo l’intero campionato, NDA); qual è invece la tua valutazione?
«Non sono d’accordo. Intanto è una pista dove sono caduti in tantissimi e anche Hayden, purtroppo, si è fatto male, così come Barbera. Mi sembra oltremodo sbagliato criticarlo: non era una pista perfetta, sicura, dove è caduto solo Casey. Secondo: è vero, Stoner stava spingendo molto in un momento in cui stava dominando, su una pista dove nel 2011 aveva dato un giro a tutti e quindi, sulla carta, poteva puntare alla vittoria, ma è anche vero che Casey, Dani e Jorge rischiano di buttarsi per terra in tutte le curve. Per andare così tanto più forte degli altri, non hanno solo talento, ma pigliano anche più rischi degli altri: loro continuano a tenere aperto anche se lo sterzo gli si chiude due volte per giro! Abbiamo goduto per i traversi di Casey per sei anni, ma non si è mai messo la moto per cappello in accelerazione (è vero: Stoner, solitamente, scivola per la chiusura dello sterzo, NDA) come è successo a Indy, in una dinamica che nemmeno il “traction control” può controllare. Purtroppo è uno sport pericoloso e la sfortuna ha voluto che Casey si facesse male, mentre Spies, in una scivolata simile, non si è fortunatamente fatto nulla».
Guardiamo al futuro: Pedrosa/Marquez è la strada giusta per battere Lorenzo/Rossi?
«Noi pensiamo di sì. Pedrosa è cresciuto molto e gli hanno fatto bene questi mesi con Stoner: gli ha dato un ulteriore stimolo per crescere. Dani si merita un mondiale: da tanti anni è uno dei migliori, ma soprattutto a causa degli infortuni non ha mai potuto giocarsela fino alla fine».
Sei stato troppo “politico”, cambio la formula della domanda: Rossi potrà battere Lorenzo e Pedrosa nel 2013?
«Io ormai sono considerato dal pubblico italiano come l’anti-Valentino. Trovo buffo che se uno si permette di dire che Rossi farà fatica, sembra che metta in discussione la carriera di Valentino. Vorrei ribadire che lui è stato il più grande pilota degli ultimi 15 anni, ma non è detto che lo sarà in eterno, non può essere condannato a vincere mondiale fino a 90 anni… E’ una cosa scontata, ma sembra che nessuno la capisca. Per il prossimo anno, come ha detto Rossi stesso, è lui per primo che deve capire qual è il suo livello. Credo che quando dice così sia vero, non una pretattica, perché è un ragazzo intelligente e si rende conto che dopo due stagioni così difficili in Ducati, a 34 anni, nessuno può sapere se sarà in grado di lottare con loro. In questo momento, Jorge e Dani sono di un altro pianeta, così come lo è Casey e così come lo era lui fino a due anni fa».