Sono stati due turni di prove tirati, con tempi molto simili tra mattino e pomeriggio, anche se Valentino Rossi è riuscito a migliorarsi di sei decimi. Vediamo cosa è emerso dopo la prima giornata di libere | G. Zamagni, Montmelò
MONTMELO’ – Sono stati due turni di prove tirati, con tempi molto simili tra mattino e pomeriggio, anche se Valentino Rossi, montando nel finale una gomma morbida posteriore, è riuscito a migliorarsi di sei decimi. Vediamo cosa è emerso dopo la prima giornata di libere del GP della Catalunya.
LA PRIMA POSIZIONE DI ROSSI E’ VERITIERA?
Valentino ha girato bene e forte, ma nel finale, di fatto, è stato l’unico a montare una gomma nuova, potendo quindi contare su un ovvio vantaggio. «I tempi di oggi non sono così veritieri» ha commentato Jorge Lorenzo, un concetto ribadito anche da Andrea Dovizioso. Lo stesso Rossi sa che domani sarà molto più difficile. «Per conquistare la prima fila bisogna scendere sotto l’1’42” ha spiegato il campione della Yamaha. Sembra invece più che giustificato il suo ottimismo per la gara: “con le gomme dure, Rossi ha girato con un ottimo passo» è l’analisi di Dovizioso ed è vero che qui, su questo tracciato e con questo caldo, da metà gara in poi si fa maggiormente la differenza che in altri circuiti.
PERCHE’ LORENZO HA GIRATO SOLO CON LE MORBIDE?
Risponde Jorge Lorenzo: «Sapevamo dalla Bridgestone che Rossi e Crutchlow avrebbero usato la dura, così ho voluto verificare il comportamento della morbida. La dura ha sicuramente meno grip: la proverò domani e poi deciderò». Tutti i piloti – o quasi – sono convinti che, alla fine, si correrà con lo penumatico più duro, ma la decisione definitiva verrà presa solo domani: tutti hanno detto che devono ancora raccogliere dati prima di fare la scelta.
PERCHE’ PEDROSA NON SI E’ MIGLIORATO NEL SECONDO TURNO?
Risponde Dani Pedrosa: «C’è un solo decimo di differenza: non è quindi preoccupante. Oggi è servito soprattutto per fare prove comparative di assetto, che cambia in funzione della gomma che si sceglie. Qui il posteriore della moto scivola parecchio, bisogna lavorare soprattutto per controllare questo aspetto».
No. Come ha sottolineato lo stesso fenomeno della Honda, al mattino il suo distacco era di 1”2, più che dimezzato al pomeriggio. Insomma, come al solito, Marquez dimostra di imparare alla svelta e di adattarsi velocemente alle difficoltà della pista. Anche studiando i dati dei suoi avversari, come spiega lui stesso: «Dopo ogni turno di prove faccio una comparazione dei miei dati con quelli di Pedrosa di quest’anno, ma anche con quelli di Stoner della passata stagione: è fondamentale per capire tanti aspetti, come, per esempio, l’apertura del gas. A livello di controlli elettronici, uso parametri simili a Stoner, mentre l’assetto non è paragonabile, perché è diverso il telaio. Per me è anche impossibile utilizzare l’assetto di Pedrosa, perché i nostri stili di guida non sono comparabili».
LA DUCATI PUO’ FARE MEGLIO SU QUESTA PISTA?
Risponde Andrea Dovizioso: «Per quanto riguarda la posizione sullo schieramento, non sarà facile conquistare la prima fila come abbiamo fatto in Francia e al Mugello, ma non è impossibile. Per quanto riguarda la gara, dobbiamo ancora trovare l’assetto ottimale, anche se il mio passo non è male». Per il momento, però, Dovizioso sembra faticare di più che in altri tracciati, ma Andrea è convinto di poter fare un buon miglioramento nella giornata di domani.
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