GP di Francia 2016. Da Zero a Dieci

GP di Francia 2016. Da Zero a Dieci
Da zero a dieci: numeri e voti sul GP di Francia, un modo per ripercorrere quanto accaduto a Le Mans, non solo in pista
10 maggio 2016

Da zero a dieci: numeri e voti sul GP di Francia, un modo per ripercorrere quanto accaduto a Le Mans, non solo in pista.

 

TUTTI PER TERRA, TRANNE UNO

Cadono tutti, tranne Hèctor Barberà : lo spagnolo della Ducati è l’unico di tutta la MotoGP che non ha fatto nemmeno una scivolata, nemmeno nei test invernali. Ecco (in ordine alfabetico) i numeri delle cadute degli altri piloti: Bautista 2, Baz 7, Bradl 3, Crutchlow 8, Dovizioso 4, A.Espargaró 5, P.Espargaró 2, Hernandez 5, Iannone 4, Laverty 2, Lorenzo 3, Màrquez 4, Miller 8, Pedrosa 2, Petrucci 1, Pirro 2, Rabat 2, Redding 3, Rossi 1, Smith 5, Viñales 2.

ZERO, COME LE CADUTE DI BARBERÀ

 

MOTOGP: DOMINIO SPAGNOLO

Da anni, la MotoGP è monopolio dei piloti iberici, come conferma anche il GP di Francia, con sette spagnoli nelle prime nove posizioni (era accaduto anche a Jerez), con due italiani a interrompere questo dominio. Prima di trovare un pilota di nazionalità diversa, bisogna scendere al decimo posto, conquistato dal tedesco Stefan Bradl.

UNO, COME I PILOTI TEDESCHI IN PISTA
 

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YAMAHA, GIA’ COME NEL 2015

Dopo la doppietta di Jerez (1° Rossi, 2° Lorenzo), ecco un altro uno-due per la Yamaha (1° Lorenzo, 2° Rossi) a conferma delle grandi potenzialità della M1 e dei suoi due piloti. In sole cinque gare, la Yamaha ha già eguagliato il numero di “doppiette” ottenute nel 2015: nella passata stagione ci era riuscita sempre in Francia (1° Lorenzo, 2° Rossi), poi a Barcellona (1° Lorenzo, 2° Rossi).

DUE, COME LE DOPPIETTE DELLA M1

 

DISASTRO GOMME

Spiace ripetersi, ma anche quello di Le Mans è stato un altro GP fortemente condizionato dalle gomme. La Michelin sta facendo uno sforzo pazzesco (voto 10), ma i risultati, per il momento, sono purtroppo al di sotto delle aspettative: è totalmente anomalo che i primi cinque della classifica generale (Lorenzo, Màrquez, Rossi, Pedrosa e Viñales) abbiamo già collezionato una caduta a testa in gara. Stiamo parlando dei migliori piloti esistenti al mondo, non di Zamagni e dei suoi amici… E’ vero che quando uno cade è perché fa un errore (escludendo inconvenienti tecnici ed errori altrui), ma è evidente che c’è qualcosa che non va.

VOTO 3 ALLA MICHELIN, SEMPRE SOTTO ACCUSA

 

BINDER E RINS SI RIPETONO

Dopo quattro vincitori differenti sia in Moto3 sia in Moto2, a Le Mans Brad Binder e Alex Rins sono riusciti a replicare il successo ottenuto in precedenza: per Binder è il secondo trionfo consecutivo, dopo quello di Jerez; per Rins la seconda vittoria dopo quella ottenuta ad Austin. Non a caso, entrambi sono in testa ai rispettivi campionati.

QUATTRO, COME I VINCITORI DIFFERENTI IN MOTO3 E MOTO2
 


2016: FONDAMENTALE LA PRIMA FILA

Fino adesso è stato così: i cinque GP della MotoGP sono stati vinti dal pilota che aveva anche conquistato la pole position. Una striscia che fa meditare, considerando anche che era già accaduto nelle ultime tre gare del 2015: siamo quindi a otto successi consecutivi di chi parte dalla prima posizione conquistata in prova. Sono anche cinque i piloti che hanno fatto almeno un giro al comando fino ad oggi: Lorenzo (42), Màrquez (39), Rossi 27, Iannone (5), Dovizioso (5). Da sottolineare anche come negli ultimi tre GP, il pilota primo al traguardo è stato in testa dal primo all’ultimo giro.

5 COME LA REGOLA DELLA POLE

 

SEMPRE PIU’ PROTAGONISTI

Romano Fenati secondo dopo essere stato in testa fino all’ultimo giro, superato sul traguardo solo da Binder per 99 millesimi; Nicolò Bulega quinto, nonostante una caduta pazzesca nelle prove e dolori in tutto il corpo; Andrea Migno settimo, autore di una bella rimonta e di un GP finalmente convincente; Niccolò Antonelli ottavo, dopo essere scattato dalla pole; Andrea Locatelli decimo, costante e veloce; Pecco Bagnaia 12esimo con una Mahindra davvero poco competitiva (il team Martinez, pare, si è già accordato con la KTM per l’anno prossimo): sono ben sei gli italiani che hanno conquistato punti a Le Mans. E’ un’altra conferma che gli anni bui sembrano definitivamente superati.

6 COME GLI ITALIANI A PUNTI IN MOTO3

 

 

LE PIU’ SIGNIFICATIVE PER LA GARA

Nonostante siano le sole prove libere assolutamente ininfluenti sul GP, le FP4 sono notoriamente le più importanti per valutare il passo gara dei protagonisti. E, probabilmente, non a caso, sono spesso anche quelle meno equilibrate, come è accaduto a Le Mans: “solo” sette piloti racchiusi in un secondo (0”948 per la precisione) contro i 12 nella FP3 (in 0”994), gli 8 della FP2 (in 0”918, ma solo perché Lorenzo aveva rifilato oltre tre decimi al secondo), i 14 della FP1 (in 0”942).

SETTE COME I PILOTI RACCHIUSI IN 1” NELLE FP4

 

FINALMENTE PROTAGONISTA

E’ forte, veloce, ha talento, ma, fino adesso, in Moto2 è sempre rimasto un po’ ai margini. Con Luca Boscoscuro, però, sembra aver trovato la moto (Speed UP) e l’ambiente ideale per esprimersi al meglio. «Luca mi “cazzia” quando serve, mi coccola, mi fa sentire importante» ha detto Simone dopo aver conquistato un ottimo secondo posto, lottando fino a pochi giri dalla fine per la vittoria con Alex Rins. Adesso, però, Corsi deve dare continuità alla sua bella prestazione: nei primi 5 GP la crescita è stata costante, ma non basta.

VOTO 8 A CORSI E BOSCOSCURO

 

STRARIPANTE E CALOROSO

E’ vero, Johann Zarco è campione del mondo in carica della Moto2, e Loris Baz non sta facendo malissimo in MotoGP, ma i piloti francesi protagonisti nel motomondiale sono davvero pochi. Eppure, ogni anno, a Le Mans c’è sempre più gente: 99.053 (dichiarati) solo la domenica. Un pubblico straripante, anche molesto (di notte sono in tantissimi gli ubriachi che si lanciano contro le auto che lasciano il circuito), trattenuto come sempre da un sacco di spettacoli, tra cui quello del sabato sera sul rettilineo dei box che si prolunga fino alle 22. Un bel vedere, ma quanti fischi per Lorenzo!

VOTO 9, A PUBBLICO E ORGANIZZAZIONE
 


LA CONFERMA DELLA CRISI

Dopo dieci gare consecutive (considerando naturalmente anche il 2015), non c’è un pilota Honda sul podio: anche la statistica sembra confermare che la RC213V fatica, non è più competitiva, penalizzata da una accelerazione che, secondo Màrquez, è inferiore non solo a quella della Ducati, ma anche a quella di Yamaha e Suzuki. Una volta la Honda era la moto più ambita, oggi, nel paddock, non c’è un solo pilota che sogna di salire su una RC213V nella prossima stagione.

DIECI, COME LA STRISCIA (INTERROTTA) DI PODI CONSECUTIVI HRC