GP di Misano. Dammi un cinque!

GP di Misano. Dammi un cinque!
Cinque episodi che rendono indimenticabile il GP di San Marino e della Riviera di Rimini: eccoli in ordine crescente | G. Zamagni, Misano
17 settembre 2012

Punti chiave

 

CINQUE: LA GARA DI FENATI

A volte ci si dimentica che Romano Fenati ha solo 16 anni ed è al debutto nel motomondiale. A Misano avrebbe forse potuto vincere con una gestione più accorta della gara, ma è comunque stato emozionante averlo visto al comando per tanti giri e poi salire sul podio, grazie a una perfetta strategia nell’ultima curva.


QUATTRO: MARQUEZ ED ESPARGARO AL TRAMONTO

Da quando è stato cambiato il senso di marcia, la curva del “Tramonto” può essere interpretata in vari modi, con traiettorie diverse. E’ successo più o meno in tutte le categorie, ma nessuno era spettacolare come Marc Marquez e Pol Espargarò, che arrivavano alla frenata con la moto tutta di traverso: non qualche volta, ma regolarmente a ogni giro. Spettacolare, davvero.


TRE: “COME VADO?”

Il casco speciale per Misano è una delle cose belle del GP, non tanto per la grafica, quando per il significato: trovate un altro campione, di qualsiasi sport, capace di ironizzare così su se stesso come fa Valentino Rossi.


DUE: L’ABBRACCIO TRA PREZIOSI E ROSSI

Dopo tante polemiche, dopo alcune parole fuori luogo (quelle di Jeremy Burgess), dopo litigi e incomprensioni è stato emozionante vedere Valentino Rossi abbracciare Filippo Preziosi appena dopo la gara. Un abbraccio significativo e di grande valore, che certifica come né la Ducati né Rossi si siano risparmiati per provare a ottenere i risultati sperati. E’ bello vedere che, anche se le loro strade si divideranno, pilota e Casa continuano a dare il massimo.


UNO: ULTIMO GIRO MOTO2

Quattro sorpassi in poche curve tra Marc Marquez e Pol Espargarò, in una sfida ravvicinata magnifica, tra due piloti di altissimo livello, che non hanno sbagliato nulla. Visto il vantaggio in classifica, Marquez avrebbe potuto tranquillamente accontentarsi del secondo posto, invece non ha avuto paura di prendere dei rischi per salire sul gradino più alto del podio. Così fanno solo i grandissimi campioni e Marc sta dimostrando di essere un autentico fuoriclasse. E’ bene ribadirlo: arriva in MotoGP perché è un fenomeno, non perché è raccomandato.

 

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