Nico Cereghini: ”Un titolo sonnolento”

Nico Cereghini: ”Un titolo sonnolento”
Intendiamoci, quello di Jorge Lorenzo è un titolo mondiale strameritato: ha fatto tutto bene, non ha sbagliato niente. Però entusiasma poco. Perché? | N. Cereghini
31 ottobre 2012

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Ciao a tutti! Quanto vale il titolo 2012 di Lorenzo? Per molti di noi Jorge è campione di costanza, di intelligenza, furbizia, maturità, tenacia, dedizione, calcolo, ragioneria, velocità, efficienza, tante belle qualità. Uso gli aggettivi dei vostri commenti. Ma non è stato certamente un campione di spettacolo. Un titolo meritato, il suo, ma sonnolento purtroppo, e ben poco entusiasmante.

Di certo, Lorenzo non ha colpa se la formula MotoGP sta attraversando un periodo molto critico. E ha fatto esattamente quello che doveva fare: vincere quando poteva, fare secondo nel caso contrario, guidando al meglio una MotoGP complicata; la migliore moto fino a metà stagione e poi inferiore alla Honda; e sempre mantenendo altissima la concentrazione. Nessuno, per un motivo o per l’altro, è riuscito a mettersi in mezzo e questo ha deluso. E’ stato il più forte davvero? Beh, qui pare evidente a tutti che Casey Stoner sia stato il talento più formidabile, incontestabilmente nell’ultimo biennio; ma non è matematico che il più rapido vinca il titolo, non sempre basta la velocità e la classe, più spesso serve regolarità e anche fortuna. Lo si dice spesso: quello che conta non è vincere le corse (sei, finora per Jorge, contro le nove del titolo 2010), ma portare a casa il massimo bottino tutte le domeniche. Dunque, nel complesso, Lorenzo è stato il migliore, e nemmeno particolarmente fortunato.

 

E' stato troppo freddo, perché ha combattuto il minimo necessario, non ha espresso nemmeno uno di quei momenti di lucida follia che sono capaci di conquistare la nostra passione

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E allora, mi domando, perché circola questo scarso entusiasmo? Perché mai, come vediamo, pochi si scaldano di fronte a questo campione che dopotutto ha già conquistato quattro titoli mondiali e dunque passerà tra i grandi della storia alla pari con Lawson, Biaggi e Villa? Provo a rispondere e poi ditemi se per voi sbaglio. Perché è stato troppo freddo, perché ha combattuto il minimo necessario, non ha espresso nemmeno uno di quei momenti di lucida follia che sono capaci di conquistare la nostra passione. Perché ha manifestato la stessa identica soddisfazione nel vincere come nel fare secondo: impennata trionfante sul traguardo, sorriso pieno sul podio, mai una smorfia di delusione. E’ forse un tipo poco comunicativo? Macché, è un latino, e poi già quando correva in 125, con il suo chupa chupa infilato nella bocca, sapeva trasmettere più grinta e più carattere di oggi.

Ebbene, mi pare che dal pilota del nostro cuore noi ci aspettiamo ben altro. Io personalmente ho amato Walter Villa anche per i calcioni che diede nella carenatura di un rivale scorretto quando perse la calma, abbiamo tifato per Cadalora o per Reggiani anche per le loro facce incazzate su certi podi della 250, molti tifano Stoner e Biaggi anche perché non controllano le loro emozioni e qualche volta sbottano in discutibilissime affermazioni. Di solito chi si espone rischia, certo, però piace di più.

Questo Lorenzo è stato troppo perfettino sulla sua M1. L’obiettivo era ben chiaro nella sua mente, niente spazio per il resto. Freddo, troppo controllato. Quasi quasi mi ha scaldato di più il successo di Sandro Cortese in Moto3 o quello del giovane Marquez in Moto2.