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Facciamo un passo indietro, torniamo al primo turno di libere del GP d’Australia di settimana scorsa. Dopo pochi minuti, Marc Marquez cade e distrugge la moto. Torna ai box, si siede sulla sua sedia, guarda i meccanici che con grande velocità cercano di ricostruire la Suter. Marquez è inevitabilmente nervoso, impaziente di entrare in pista: lo fa a 40 secondi dalla bandiera a scacchi, con l’unico obiettivo teorico di verificare che tutto funzioni perfettamente, ma quando transita sul traguardo, a turno concluso, continua a tirare come un disperato, tanto che, due curve dopo, centra in pieno l’incolpevole Ratthapark Wilairot, che stava giustamente rallentando. Una pazzia quella di Marquez - giustamente punita con una penalizzazione - che avrebbe anche potuto avere conseguenze gravissime, ma non si può dimenticare come il grave sbaglio del pilota spagnolo sia stato determinato dalla follia regolamentare: è assurdo che un pilota del campionato del mondo abbia dentro al box una sola moto, solo per risparmiare poche decine di migliaia di euro, una piccolissima percentuale in un totale molto elevato.
Stessa cosa, anche se per cause differenti, è accaduta questa mattina, nel primo turno di libere della Moto2. Durante il primo giro, a causa di un improvviso acquazzone, non segnalato prontamente dai commissari di pista, sono finiti a terra uno dietro l’altro Jules Cluzel, Marc Marquez, Yonny Hernandez e Bradley Smith, purtroppo trasportato all’ospedale di Kuala Lumpur per verificare le condizioni di un polmone. Gli altri piloti coinvolti, fortunatamente, non hanno avuto gravi conseguenze - anche se Marquez si è sottoposto a una radiografia alla spalla e al piede sinistro che ha escluso ogni tipo di problema -, ma non hanno potuto disputare l’intera sessione, perché non avevano la moto. Assurdo, soprattutto se si pensa che Marquez si sta giocando il mondiale.
Per lo stesso motivo, si era visto a Silverstone Smith rientrare ai box percorrendo la pit lane al contrario - manovra pericolosissima, fatta per risparmiare tempo – o Alex Baldolini inondare di olio l’asfalto di Assen, per non abbandonare il mezzo lungo il tracciato e, quindi, perdere il turno.
La crisi economica impone, giustamente, di guardare attentamente ai costi, ma su certi aspetti non si può risparmiare.