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L’ufficializzazione di una notizia già nota da tempo è arrivata alle 18 locali (le 19 in Italia), attraverso un comunicato stampa: Loris Capirossi correrà con il team Ducati Pramac nel 2011. Loris, ancora legato alla Suzuki fino alla fine della stagione, non entra troppo nel dettaglio, ma svela qualche particolare interessante.
«Mi hanno cercato da Borgo Panigale – racconta Loris, 29 vittorie in carriera, 99 podi, 41 pole, 3 titoli mondiali – e mi hanno offerto di correre nel mondiale SBK nella squadra ufficiale: se avessi accettato, non avrebbero abbandonato la categoria».
Un particolare importante, emerso per la prima volta. Altro che strategia aziendale: le parole di Capirossi confermano il sospetto che a far decidere la Ducati di lasciare ufficialmente la SBK siano stati la mancanza di risultati e di piloti di un certo livello.
«Quando ho detto che non mi interessava – continua Capirossi -, mi hanno proposta la possibilità di correre per il team Pramac: essere stato richiamato (Loris era stato lasciato a piedi dalla Ducati a fine 2007, sostituito da Melandri, nda) è per me motivo di orgoglio. Credo che abbiano influito anche i risultati di chi è venuto dopo di me: io nel 2007 ero in difficoltà con quella moto, ma non ero poi andato così male come chi mi ha sostituito».
E un Capirossi carico come una molla, nonostante l’infortunio al piede destro.
«Non mi sento fuori luogo in questa categoria, anche se qualcuno mi critica pesantemente: non devo dimostrare certo il mio valore. Non sono un pilota pronto per la pensione e presto lo potrò dimostrare e fisicamente posso sfidare chiunque, anche se qualcuno la pensa diversamente».
La grinta sicuramente non gli manca, vedremo se il tre volte iridato riuscirà ad adattarsi alla GP10, profondamente diversa dalla Ducati che Loris non digeriva tre anni fa.
Per quanto riguarda gli altri piloti, nessuna dichiarazione sconvolgente.
«A Palma di Maiorca – sono le parole di Lorenzo, che tornato in Europa ha potuto festeggiare con i suoi tifosi il titolo conquistato in Malesia – c’era molta più gente di quanto mi aspettassi. E’ stato un qualcosa di entusiasmante, che ti dà una carica enorme e ti spinge a ottenere altri risultati così in futuro… Per quanto riguarda questo GP è chiaro che l’obiettivo è provare a vincere: qui in MotoGP sono sempre andato fortissimo, forse perché questo tracciato si adatta al mio stile di guida. In realtà è un circuito abbastanza piccolo, ma c’è un lungo rettilineo e tante frenate: è una delle piste dove puoi superare più facilmente».
Ognuno dei piloti di vertice ha un buon motivo per fare bene: Pedrosa deve difendere il secondo posto (adesso ha solo 23 punti di vantaggio su Stoner); Stoner e Rossi sono in lotta per la terza posizione nel mondiale; Dovizioso vuole continuare la striscia positiva interrotta dal ritiro di Phillip Island.
«Ho perso tre gare – è l’analisi di Pedrosa -, in questo periodo sono stato un po’ sballottato di qua e di là, sono andato in Australia ma non ho corso. Adesso sono passate quattro settimane dall’infortunio e sto decisamente meglio. Ho potuto allenarmi un po’: speriamo di poter guidare».
Fiducioso Andrea Dovizioso.
«Si può essere competitivi anche qui – afferma convinto -, anche se questo è un circuito lento e non è facile prendere il ritmo. Bisogna crederci e lavorare bene come abbiamo fatto nelle ultime gare”.
Infine Carlos Checa, felice come un bambino di tornare in sella a una MotoGP.
«Impossibile dire adesso quali sono le mie aspettative: qui il livello è altissimo e la MotoGP è cambiata molto negli ultimi tre anni».