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Dodici mesi fa andò in scena una MotoGP epica (leggi tutti gli articoli). Marc Marquez, che dalla pole era stato retrocesso in terza fila per scorrettezze in pista, si esibì in una rimonta furiosa, con innumerevoli chiusure di sterzo e voli sfiorati, fino a vedere Valentino. Al 17° giro dei 20, quando il gap era ridotto a 65 centesimi, Rossi cadde per un errore alla curva 1 togliendoci di fatto un finale spettacolare. Per Marquez fu la nona vittoria. La trasferta si rivelò deludente per la Ducati: Dovi aveva vinto le due edizioni precedenti e finì sesto a 11”, Lorenzo (che in Malesia è abbonato al podio) rientrava dall’operazione al polso ma dette forfait dopo le FP2 , Pirro che lo sostituiva cadde. Bella la gara di Rins e quella del terzo, Zarco.
La soddisfazione venne dalla gara della Moto2: con il terzo posto Pecco Bagnaia si laureava campione del mondo, mentre Luca Marini, secondo in griglia, andava a vincere la prima gara della sua carriera davanti ad Oliveira. Trionfo del team Sky VR 46. Anche in Moto3 due italiani salirono sul podio, Dalla Porta e Bastianini; ma il quinto cassificato, Bezzecchi, fu costretto a gettare la spugna perché Martin si prese tutto: pole, giro veloce, vittoria e titolo mondiale. Diggia, Arbolino e Antonelli conclusero tra i dieci.
Dovizioso, come detto, vanta due successi a Sepang, entrambi sul bagnato. Il primo nel 2016 (leggi tutti gli articoli), quando scattò dalla pole e chiuse un digiuno che durava dal 2009, precedendo le due Yamaha di Rossi (a 3”) e Lorenzo più staccato. Marquez, che per la prima volta usò i dischi in carbonio con la pioggia, cadde come Iannone che a fine anno avrebbe lasciato la Ducati; ma l’hondista riuscì a riprendere, finendo undicesimo. L’anno dopo, 2017 (leggi tutti gli articoli), per la Ducati fu doppietta perché Lorenzo concluse nella scia di Andrea, poi Zarco e quindi al quarto posto Marquez. Dovi fu superiore fin dal venerdì e con questa sesta vittoria della stagione tenne ancora aperto il discorso per il titolo: ventuno punti meno del 93 a una gara dal termine.
Le due edizioni precedenti: cinque anni fa, 2014 (leggi tutti gli articoli), Marquez colse la dodicesima vittoria dell’anno eguagliando il risultato di Doohan del ’97; scattava dalla pole e precedette le due Yamaha, mentre Dovizioso finiva soltanto ottavo a 48”. Nel 2015 il disastro sportivo di cui ancora si discute: Pedrosa davanti a Lorenzo, Marquez impegnato a bloccare Rossi con una serie di manovre di disturbo. Finì con Valentino che portò fuori linea lo spagnolo, quindi il contatto e la conseguente caduta di Marc. Non ci fu calcio per la direzione di gara, che fino a quel momento dormiva, ma Rossi fu punito per condotta antisportiva e retrocesso all’ultimo posto in griglia nella gara decisiva di Valencia. Decimo titolo, addio.
Nella categoria di mezzo, detto dell’ultima edizione, memorabile la gara di due anni fa: dopo otto anni di digiuno, un pilota italiano qui conquistava il mondiale. Merito di un grande Morbidelli, pole e terzo posto davanti a Pasini e Bagnaia. Lo svizzero Luthi, l’unico che ancora poteva insidiare Franco, cadde rovinosamente il sabato e dovette rinunciare alla corsa. I due anni precedenti sono archiviati all’insegna di Zarco: il francese nel 2015 era già campione in anticipo e vinse per la ottava volta in stagione, nel 2016 si prese qui il secondo titolo mondiale della Moto2 vincendo la gara bagnata davanti a Morbidelli. Terzo, entrambe le volte, Folger. Cinque anni fa il successo andò a Maverick Vinales su Kallio; il terzo, Rabat, conquistò il suo unico titolo.
Infine la Moto3, andando a ritroso. Nel 2017 Mir, già campione dal round precedente, centrò il decimo successo dell’anno davanti a Martin e a Bastianini. Nel 2016 fu Bagnaia con la Mahindra a vincere la gara malese per distacco, alle sue spalle troppe cadute. L’anno prima Antonelli stabilì la pole ma restò sotto il podio, occupato da Oliveira (secondo successo consecutivo e titolo ancora in ballo), Binder e Navarro; fu una gara molto combattuta che il quarto, Fenati, chiuse a 42 centesimi di secondo. E fu volata anche nel 2014: Miller, secondo solo a Vazquez, tenne aperta la corsa al campionato: uscì da Sepang con 11 punti di distacco da Alex Marquez.