Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
SCARPERIA – E’ stra felice, addirittura quasi commosso: poche volte si è visto Andrea Dovizioso così euforico. A ragione, obiettivamente: è vero, le prove contano poco, ma conquistare la prima fila al Mugello con la Ducati è comunque una bella prestazione. Il primo a sapere, però, che in gara sarà diverso è proprio il Dovi, come sempre preciso nella sua analisi.
“Ieri, dopo la caduta di venerdì, era stata dura, quasi impossibile guidare la moto: non potevo piegare il collo all’indietro, per me era difficilissimo sia in rettilineo sia a centro curva e soltanto grazie al fatto di aver provato qui un paio di settimane fa mi ha permesso di ottenere una discreta prestazione. Oggi, però, mi sentivo meglio e nell’ultimo giro sono riuscito a fare un buon tempo, aiutato da piloti più veloci di me. Essere in prima fila qui è veramente meraviglioso per me e per tutti i tifosi Ducati”
La moto è cambiata dall’inizio dell’anno?
“No, è sempre la stessa e, non a caso, i problemi sono quelli. Qui, in particolare, soffriamo tanto nei cambi di direzione, perché sei sempre fuori dalla linea ideale. E giro dopo giro la situazione non può che peggiorare, perché ti stanchi sempre di più e le gomme calano. In alcune situazioni, in qualifica siamo efficaci, ma questo non è il modo giusto per guidare una moto: c’è ancora tanto da lavorare”.
Come ti senti fisicamente?
“Sinceramente meglio di quanto mi aspettassi: devo ringraziare il Dottor Costa e Francesco, il mio fisioterapista. Non ci credevo ieri quando Claudio me lo diceva, ma oggi, effettivamente stavo bene, ero quasi in condizioni normali: devo dire che Costa sa usare le parole giuste per caricarti, la testa fa una grande differenza. A volte parla in un modo strano, ma è efficace: ieri non potevo proprio guidare”.
Lo hai cercato il “trenino” per farti tirare o era casuale?
“L’ho cercato per tre giri! Sono stato fortunato, ma comunque non ero così vicino: ho preso tanti rischi per fare quel tempo. Ma è giusto farlo in qualifica”.
E’ più “vero” questo terzo posto o quello di Le Mans?
“Sicuramente quello di Le Mans, perché lì avevo fatto il tempo da solo”.
Pedrosa era piuttosto arrabbiato con te…
“Per certi versi lo capisco, ma non ha nessuna motivazione. Sono il primo a criticare i piloti che ti aspettano lungo la pista e si mettono in traiettoria, ma io non ho dato nessun fastidio a Pedrosa”.
Qual è l’obiettivo per domani?
“Oggi, dopo Lorenzo e Pedrosa, il passo migliore ce l’aveva Rossi: ha tutte le possibilità di salire sul podio. Però è sempre difficile sapere che margine si è tenuto ciascun pilota: siamo in 4-5 con un ritmo molto simile. Diciamo che potrei finire terzo come nono, perché le differenze sono veramente minime”.
Qual è la variabile che potrebbe favorirti?
“Sicuramente un po’ di fresco, perché la Ducati soffre particolarmente il caldo, così come le Bridgestone. Per le gomme, naturalmente, è così per tutti, ma sulla GP13 ancora di più”.