Honda MotoGP 2023: la moto è in ritardo o sbagliata?

Honda MotoGP 2023: la moto è in ritardo o sbagliata?
La Honda è davvero in ritardo e in difficoltà come sembra? Il sito spagnolo Motorsport analizza una serie di dichiarazioni di Marc Marquez e altre voci (anonime) del box Honda. Noi interpelliamo Giulio Bernardelle, che afferma...
29 novembre 2022

L’unica giornata di test a Valencia, il martedì dopo la gara, ha lasciato l'impressione che il primo prototipo Honda RC 213V per il 2023 non fosse all'altezza. “Con questa non si vince” ha dichiarato Marc Marquez. E non erano state le prime parole allarmanti del campione di Cervera. Il collega Garcia Casanova ricorda sul sito spagnolo Motorsport.com che Marc, prima di volare negli Usa per la quarta operazione al braccio, si era fatto vedere nel paddock al Mugello e aveva detto che il problema non era la moto ma il progetto.

“Le informazioni - diceva il campione - devono fluire nel modo corretto. L'importante è capire la direzione che dobbiamo prendere. Quando parlo di cambiamento intendo il concetto, il coordinamento".

La reazione di Tokyo era stata pronta: al GP successivo di Barcellona era stato inviato Shinichi Kokubu, direttore dello sviluppo di Honda, ​​per assumere la guida del progetto sopra Tetsuhiro Kuwata , general manager di HRC, e Takeo Yokoyama direttore tecnico. A loro si è unito, nei test dopo Valencia, anche Shinya Wakabayashi , direttore generale del reparto corse dell'azienda.

Kobubu, Wakabayashi e Kuwata hanno preso le redini del nuovo progetto, mentre Yokoyama ha fatto un passo di lato e potrebbe addirittura uscire nella prossima stagione.

Dopo i test di Misano svolti all'inizio di settembre, sembra si sia accelerato lo sviluppo del prototipo. Ma due mesi non sono stati sufficienti per trasferire a Valencia tutte le nuove componenti che un cambiamento radicale richiedeva: sono state testate nuove parti e la Honda ha chiesto al 93 di pazientare, di resistere fino ai test di febbraio in Malesia, dove vedrà qualcosa di più concreto. Però Marc ha reagito duramente:

"Non era previsto: mi hanno detto che in Malesia vedremo un passo in più rispetto a Valencia. Ma un passo in più non basta, ne devono fare due".

La Honda ha sbagliato di nuovo? Questo si è chiesto Casanova, e ha ragionato anche sulle reazioni di Joan Mir dopo il primo contatto con la RC 213V: Joan è costretto al silenzio fino al 31 dicembre, ma fonti anonime dentro la squadra hanno fatto trapelare che per il pilota Suzuki (fino alla fine dell’anno, appunto) il motore non sembrava così aggressivo come si aspettava, e la trazione sarebbe uno dei punti in cui c'è più da lavorare.

Bernardelle: “Honda sa ancora lavorare, deve sistemare il puzzle"

“Lo squadrone della Honda HRC non fa più così tanta paura agli avversari come accadeva fino a qualche tempo fa in MotoGP. Anche i risultati ottenuti a Valencia nel test di un solo giorno (assurdo che sia unico) confermano questa situazione. La Honda insegue non solo il riferimento assoluto della Ducati, ma anche le moto degli altri costruttori europei, che sembrano andare decisamente meglio in pista”.

Ma il problema è la moto o piuttosto il pilota giù di forma? E’ sbagliato il progetto della nuova RC213V o è Marc Marquez a non essere più quello di prima dell’incidente 2020?

Secondo me non si tratta né di un problema congenito della nuova moto né di un problema di prestazione di Marquez: che è ancora un pilota di riferimento assoluto e, soprattutto, ha ancora molta voglia di vincere in MotoGP.

E la Honda cosa può fare adesso?

La Honda ha due temi da svolgere al meglio. Il primo è legato al modo di sviluppare il progetto MotoGP che, come per Yamaha, deve essere ammodernato. Serve un approccio più dinamico, che permetta di sviluppare di continuo la moto nei dettagli, sulla base di un continuo scambio di informazioni tra l’ufficio tecnico del reparto corse della casa e i team impegnati sui GP. Ducati, in particolare, ha fatto capire in queste ultime stagioni come la prestazione venga costruita a poco a poco, sistemando una quantità di piccoli dettagli che poi, tutti insieme, portano il pacchetto tecnico ad essere vincente.

Il secondo tema è legato al management di Honda HRC, che negli ultimi anni è stato troppo assente di fronte al grande potere che hanno lo sponsor Repsol e tutto l’entourage spagnolo. I giapponesi devono tornare ad essere più presenti nella gestione diretta del loro investimento, che non può più essere legato solo alle sorti di Marquez, ma deve avere una visione di più lungo termine. Nella MotoGP attuale tutte le moto sulla carta sono abbastanza competitive; a fare la differenza è la messa a punto, che deve essere molto raffinata per poter ottenere il meglio dalle Michelin senza portarle ad un rapido degrado. Honda sa ancora come lavorare: deve solo mettere assieme tutti i pezzi del puzzle.

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