MotoGP. Honda RCV a Jerez. Cosa si è visto di nuovo?

L'analisi del nostro Ing. Bernardelle si concentra tutto sull'evoluzione aerodinamica della Honda MotoGP infiltrata nei test SBK a Jerez
23 gennaio 2020

La Honda RCV portata in pista dal collaudatore Bradl a Jerez de La Frontera mette in mostra un’evoluzione dello schema delle ali applicate alla base del cupolino che già si è visto per tutta la passata stagione. Niente di rivoluzionario, quindi, ma un’evoluzione importante a livello aereodinamico che fa capire quanto sia diventato determinante questo aspetto nello sviluppo delle moderne MotoGP.

Due sono gli obiettivi che sta cercando di inseguire il costruttore giapponese. Il primo è quello di far lavorare le ali, anche queste che sono scatolate solo per questioni di regolamento, in un flusso d’aria il più possibile pulito, privo di vorticosità, in modo da massimizzarne la resa. Per fare questo le ali sono state allontanate dalla carenatura ed è davvero difficile pensare che siano parte del suo disegno come prevedeva la modifica regolamentare che aveva di fatto cancellato i profili alari prima versione portati in MotoGP dalla Ducati nel 2015.

Il secondo è quello di pulire i flussi aereodinamici che investono la moto così da far lavorare meglio anche quelli che attraversano il radiatore, creando una divisione netta tra il flusso d’aria superiore che alimenta la presa d’aria centrale del motore e crea l’effetto deportante e quello inferiore, che investe la massa radiante per poi venire estratto dalle aperture ai lati della carenatura. Le piccole alette laterali, montate sui fianchi della carenatura servono proprio a questo.

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