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Da Losail a Valencia, attraverso 18 GP e quattro continenti, con in pista 11 campioni del mondo e cinque Case ufficiali, per una MotoGP di livello pazzesco. Si inizia di notte, si finisce di giorno, con la speranza che sia un campionato equilibrato, con tanti piloti a giocarsi la vittoria in ogni GP per 18 gare da togliere il fiato. Perché seguire la MotoGP? A parte che una gara di moto – qualunque essa sia – è sempre uno spettacolo avvincente, ecco dieci motivi che rendono imperdibile il motomondiale 2015.
1) MARC MARQUEZ: PUO’ VINCERLE TUTTE?
Si parte con una certezza: il pilota da battere era e rimane Marc Marquez, campione del mondo nelle ultime due stagioni. Il suo inverno è stato come al solito impressionante: alla consueta velocità e determinazione si è aggiunta una maggiore maturità, con Marquez più attento e metodico rispetto al passato. Come dire: potrebbe diventare imbattibile, come lo era stato nel 2014 nelle prime 10 gare. Ecco quindi la provocazione: Marquez potrebbe anche vincerle tutte. Le statistiche e la storia dicono che è impossibile, ma se c’è uno che potrebbe compiere una simile impresa è proprio il fenomeno della Honda.
2) VALENTINO ROSSI: IL DECIMO TITOLO NON E’ UTOPIA
Tanti appassionati non chiedono altro: “Ce la farà Valentino a conquistare il decimo titolo?”. Una sfida difficilissima, ma non utopica per Rossi, che inizia la sua ventesima (!) stagione mondiale in grandissima forma fisica e psicologica, con una determinazione e una voglia che molti “ragazzini” di oggi neppure si sognano. I test invernali hanno messo in mostra una Yamaha competitiva, ma forse meno di quanto ci si sarebbe aspettato, ma se la differenza tra la M1 e la RC213V sarà perlomeno quella di fine 2014, allora Valentino può anche giocarsi il titolo. Sondaggio: più facile che Marquez le vinca tutte o che Rossi conquisti il decimo alloro?
3) DUCATI: BEN TORNATA
I “ducatisti” sognano a occhi aperti, gli appassionati esultano per il ritorno ai vertici della Desmosedici con la nuova GP15 realizzata dall’ingegner Gigi Dall’Igna: se la moto si confermerà veramente competitiva, sarà solo un bene per il campionato e lo spettacolo. Le premesse sono davvero entusiasmanti, con Andrea Dovizioso e Andrea Iannone protagonisti di cinque giorni di test – 3 in Malesia e 2 in Qatar – di altissimo livello e, per certi versi, inaspettati. In gara, si sa, sarà diverso e più difficile, ma ci sono i presupposti per vedere una Ducati costantemente in prima fila e in lotta per il podio in ogni gara. Una sfida elettrizzante, tutta da seguire.
4) LORENZO: PUO’ ENTRARE NELLA STORIA
Jorge Lorenzo, 28 anni il prossimo 4 maggio, 54 GP e 4 titoli mondiali conquistati, può entrare nella storia come il pilota capace di battere tre “generazioni” di piloti: nel 2010 ha vinto sconfiggendo Valentino Rossi, nel 2012 ha conquistato il titolo contro Casey Stoner, adesso ha la possibilità di trionfare contro Marc Marquez. Se ci riuscisse, sarebbe da libro dei primati. Decisamente più in forma rispetto al 2014, in molti ritengono Lorenzo l’unico veramente in grado di giocarsela alla pari con Marquez: per riuscirci, deve partire subito fortissimo e non commettere gli errori della passata stagione. Comunque vada, è un grandissimo campione.
5): PEDROSA: NUOVE MOTIVAZIONI
A Sepang1, Dani Pedrosa aveva entusiasmato con una “simulazione” gara davvero impressionante, poi a Sepang2 e in Qatar – pista e condizioni che Dani non ha mai digerito – è tornato nei “ranghi”, ma il suo valore è indiscutibile: in MotoGP ha sicuramente vinto meno di quanto fosse nelle sue capacità. Aver cambiato capo tecnico e squadra dopo tanti anni gli ha dato nuove motivazioni: Dani deve tirare fuori tutto quello che ha, perché questo potrebbe veramente essere il suo ultimo contratto con la HRC.
6) CRUTCHLOW: L’ANNO DELLA VERITA’
Per Cal Crutchlow può essere considerato come l’anno della verità: sia in Yamaha sia in Ducati (nella seconda parte della stagione) ha messo in mostra un buon potenziale, senza però mai entusiasmare veramente. Adesso che ha una Honda “buona” deve stare costantemente con i primi, anche per non rimpiangere troppo la scelta di lasciare la Ducati proprio quando sembra essere diventata competitiva.
7) PETRUCCI: UNA BUONA OCCASIONE
Dopo anni di gavetta in un team con grandi problemi economici e non all’altezza della MotoGP, Danilo Petrucci ha finalmente l’occasione per mettersi in mostra, anche se – è bene ricordarlo – la sua Ducati è la più “vecchia” e meno competitiva tra quelle in pista. Durante l’inverno, Danilo ha confermato di essere un pilota di buon livello: nel team Pramac ha la possibilità di mettersi in mostra.
8) VINALES: UNA BELLA SCOMMESSA
Dopo tre anni torna in pista la Suzuki e lo fa con una moto che nei test invernali ha mostrato di avere un discreto potenziale: non è a livello di Honda, Yamaha e Ducati, ma ha un potenziale maggiore di tutte le Open. Con due piloti interessanti: Aleix Espargaro, un mago del giro singolo, ha esperienza ed è veloce, Maverick Vinales sembra confermare quanto di buono fatto vedere in Moto3 e Moto2. Ci si aspetta molto dall’iridato Moto3 del 2013: al di là della moto, può essere il giovane più interessante della MotoGP.
9) MOTO2: RABAT RIUSCIRA’ A RIPETERSI?
Loris Reggiani ha definito la Moto2 "una bestemmia motociclistica" e non gli si può certo dare torto. Non mancano però gli spunti interessanti: il campione del mondo Tito Rabat riuscirà a ripetere lo strepitoso 2014? Alex Marquez, opaco nei test invernali, sarà competitivo e velocissimo anche in Moto2? Sam Lowes, grande protagonista nei mesi scorsi, sarà altrettanto efficace anche in gara? Simone Corsi, Franco Morbidelli, Lorenzo Baldassarri saranno finalmente costantemente nelle prime posizioni?
10): MOTO3: SI TORNA A PARLARE ITALIANO
Nella cilindrata minore, la speranza è quella di vedere gli italiani protagonisti, dopo anni di dominio spagnolo: Romano Fenati, Enea Bastiani e Niccolò Antonelli hanno talento, esperienza, moto e squadra per potersi giocare il titolo. Tanta curiosità per Fabio Quartararo, il talentuoso 15enne francese – per lui è stato addirittura cambiato il regolamento di ingresso nel motomondiale, fissato per gli altri a 16 anni, come, per esempio, per il nostro Stefano Manzi che salterà per questo motivo il primo GP – nuovo pupillo di Emilio Alzamora. Come sempre, però, qui è difficilissimo fare un pronostico: in tanti possono aspirare a vincere almeno una gara.