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Quando hai vinto otto titoli mondiali ti basta una gara per capire come si muoverà il campionato, quali saranno i veri avversari e che caratteristiche hanno le varie moto con cui dovrai vedertela. Marc Marquez lo ha ammesso anche nei giorni scorsi, subito dopo il GP di Losail. Ha spiegato di aver preso in esame il lavoro di ogni box e di essersi fatto più di un’idea su tutto. Tranne su KTM.“La KTM – ha detto - è la moto che capisco di meno. Capisco cosa ha fatto Bastianini, il suo modo di guidare. Ma con Binder è come se ogni giro fosse diverso. Un giro stava andando molto veloce e il giro successivo stava entrando in curva più lentamente, ma poi stava uscendo molto velocemente. Quindi la KTM, soprattutto con Binder in testa, resta un mistero”.
Un modo elegante, probabilmente, per dire che non si aspettava di trovare lassù la KTM e Binder, con Marquez che comunque aggiunge: “Hanno un buon motore e la gomma posteriore sembra non soffrire troppo. Inoltre nella parte finale della gara Binder è stato anche molto veloce”. Adesso, per capirci di più c’è l’Indonesia e il Circuito di Mandalika.
Marc Marquez, che è partito oggi, ci arriverà con la consapevolezza di dover agire ancora un po’ di conserva per non stressare troppo il braccio e per conoscere meglio la nuova RC213V. Una moto che, come ha raccontato lui stesso, è totalmente rivoluzionata al punto di fargli sembrare “di aver cambiato marchio”.