I piloti commentano il 2° giorno di libere a Losail

I piloti commentano il 2° giorno di libere a Losail
Bautista caduto sul finire del terzo turno, si è rotto il femore della gamba sinistra: trasportato all’ospedale di Doha. Così, ancora prima di iniziare, la MotoGP perde un pilota e una Casa, la Suzuki | G. Zamagni, Losail
19 marzo 2011

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LOSAIL – Incominciamo con una brutta notizia: Alvaro Bautista, caduto sul finire del terzo turno, si è rotto il femore della gamba sinistra: trasportato all’ospedale di Doha, verrà deciso nelle prossime ore se operarlo in Qatar, come consiglia il Dottor Claudio Macchiagodena, “Race Director” del Motomondiale, o in Spagna, come preferirebbe Bautista. Così, ancora prima di iniziare, la MotoGP perde un pilota e una Casa, la Suzuki: davvero una scelta sbagliata quella di correre il campionato con una sola moto. A Jerez Bautista verrà sostituito probabilmente da John Hopkins, che, ironia della sorte, fino a sabato scorso era in Qatar per girare un filmato pubblicitario per la Suzuki.
Mentre la Suzuki arranca, la Honda vola e piazza i tre piloti del team HRC ai primi tre posti, con Casey Stoner, ancora una volta, davanti a tutti.

«Abbiamo avuto qualche problema con la gomma morbida – racconta l’australiano -, ma quando ho montato la dura la moto è subito andata meglio. Ho fatto tanti giri con le stesse coperture: siamo veloci e costanti anche in configurazione gara. E’ chiaro che io e Pedrosa siamo quelli messi meglio, ma c’è ancora un turno di prove (ufficiali, nda) e sono sicuro che gli altri si avvicineranno».
In ogni caso, nel dirsi pronto a un eventuale corpo a corpo con Pedrosa, Casey tira una stoccata a Valentino Rossi. «Sono tranquillo, perché Dani è un pilota molto corretto: lui, al contrario di Valentino, non ha mai fatto manovre pericolose».

Dopo i problemi di gomme che lo avevano rallentato giovedì, Pedrosa ha fatto un netto passo in avanti e adesso è a un solo decimo da Stoner, dopo essere stato a lungo in prima posizione.
«Abbiamo un buon ritmo e sono veloce – dice -: c’è la possibilità di fare una buona gara. Sarà importante partire dalla prima fila, soprattutto considerando che qui in Qatar la mia miglior posizione in qualifica in passato è stato un sesto posto. La moto va bene, ho un buon passo gara. Per il momento io e Stoner siamo i più veloci, ma non mi fido della Yamaha, perché il punto forte della M1 è sempre stata la costanza di rendimento».

In effetti, il passo di Jorge Lorenzo, finalmente davanti al compagno di squadra Ben Spies, è decisamente buono, il terzo in assoluto. Ma lo spognolo non è così soddisfatto.
«Non ho niente da rimproverarmi – è l’opinione del campione del mondo -: più di così non si poteva fare. Il distacco è pesante, ma anche in Yamaha sanno il passo in avanti fatto dalla Honda. La situazione è molto differente dall’anno scorso, quando avevo vinto nove gare senza quasi prendere rischi: adesso, se non voglio arrivare indietro, devo guidare al 110%».

Spies è convinto di potersi giocare il terzo gradino del podio (“Stoner e Pedrosa sembrano imprendibili”), così come Andrea Dovizioso, decisamente più competitivo rispetto a giovedì.

«Abbiamo ridotto la vibrazione sull’anteriore che ci aveva rallentato nel primo turno – svela il Dovi – cambiando il cerchio davanti, lo stesso che già a Sepang ci aveva creato qualche problema. Poi abbiamo modificato la forcella, tornando alla taratura del 2010 (Stoner e Pedrosa utilizzano una Ohlins 2010, mentre Dovizioso una 2011, nda) e abbiamo fatto un ulteriore passo in avanti, ma abbiamo perso in stabilità in staccata. Casey e Dani frenano meno forte di me e quindi questo a loro non crea problemi, mentre a me piace staccare profondo. Vedremo cosa si può fare: certo, sette decimi sono tanti e non è pensabile recuperarli solo con la messa a punto. Questa è una pista molto aggressiva e faticosa, in gara i valori potrebbero cambiare, soprattutto nella seconda parte del GP: sarà importante conquistare una delle prime due file».

In difficoltà Marco Simoncelli: «Io ho continuato a girare sugli stessi tempi, mentre gli altri sono migliorati. Dobbiamo studiare i dati e intervenire sulla messa a punto».

 

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