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MÁRQUEZ PROVERA’ A VINCERLE TUTTE
Nel 2016, dopo aver conquistato il titolo in Giappone, Marc Márquez collezionò una serie di “zero”, compreso nel GP d’Australia, dove cadde anche nel 2014. Il Márquez 2018 difficilmente ripeterà gli stessi errori, ma proverà comunque a vincerle tutte. Direi che è questo il tema dominante del finale di stagione.
DUCATI: PROVA DEL NOVE
Dopo essere stata competitiva quasi ovunque, dopo essersela giocata su quasi tutte le piste, ecco la “prova del nove” di Phillip Island: se la Ducati sarà competitiva anche su questo tracciato, allora si potrà dire che è una moto completa. Secondo il collaudatore Michele Pirro la Desmosedici sarà efficace anche in Australia: c’è molta curiosità nel vedere se sarà effettivamente così.
YAMAHA: TUTTO DA VERIFICARE
Grande attesa per vedere anche come andrà la Yamaha, seconda, terza e quarta nel 2017 e sempre competitiva su questo tracciato. Sarà così anche quest’anno? L’ultimo GP sembrerebbe escluderlo, ma questa, per dirla con le parole di Valentino Rossi, «è una pista particolare, molto differente dalle altre». Una competitività tutta da verificare.
IANNONE: TUTTO PER TUTTO
Questa è una pista dove Andrea Iannone è sempre andato fortissimo e ha fatto spesso una gran differenza, anche con la Ducati, nonostante le difficoltà passate della Desmosedici su questo tracciato. La mia aspettativa è quella per uno Iannone protagonista, al momento uno dei favoriti per salire sul podio.
MOTOGP SEMPRE DOPO LA MOTO2
Come era già successo in Qatar e in Argentina, la MotoGP entrerà in pista ancora dopo la Moto2, anche venerdì e sabato, non solo domenica. Una novità per far correre la massima cilindrata nell’orario più favorevole al fuso europeo, ma che potrebbe avere conseguenze anche dal punto di vista tecnico: qualcuno in Yamaha pensa che il calo di prestazioni alla domenica rispetto agli altri giorni sia dovuto alla gomma lasciata dalla Moto2 prima della MotoGP. Questa volta ci sarà uniformità in tutti i turni.
MOTO3: GUERRA DI NERVI
In Moto3 si riparte da zero a tre GP dal termine: a fare la differenza sarà forse la capacità di gestire la pressione, più che la velocità in pista. Preoccupante quello che ha detto Jorge Martín dopo l’errore in Giappone: infatti ha accusato i piloti della KTM e quelli della VR46 Academy di giocare (sporco) contro di lui. Se comincia a tirare in ballo questi complotti per giustificare un errore che è stato solo lui a commettere, allora diventa dura concretizzare una superiorità a tratti molto evidente.
MOTO2: BAGNAIA PUO’ GESTIRE
Con 37 punti di vantaggio, quando in palio ce ne sono ancora “solo” 75, Pecco Bagnaia ha la possibilità di gestire in tutti e tre i GP, non ha il bisogno di attaccare come se non ci fosse un domani. Un bel vantaggio per un pilota molto regolare, oltre che velocissimo.