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ASSEN – L’espressione – stra usata e spesso abusata – di “genio e sregolatezza” si adatta perfettamente ad Andrea Iannone, 24 anni, 151 GP disputati, 12 vittorie, 24 podi complessivi, 8 pole e 14 giri veloci, una prima fila in MotoGP e un sesto posto come miglior risultato. Soprattutto in Moto2, Andrea ha messo in mostra talento e velocità impressionanti: si può dire che si stato l’unico a “bastonare” – in qualche occasione – Marc Marquez, che di lui dice: «All’ultimo giro, era sicuramente l’avversario più duro da battere».
Dopo Marquez (leggi l'intervista) e Fenati (leggi l'intervista), tocca a Iannone essere intervistato dai lettori di Moto.it, ma, come da tradizione, la prima e l’ultima domanda sono uguali per tutti i protagonisti. Una curiosità: mentre risponde alle domande, Andrea intercala spesso le parole con una risatina ironica, decisamente buffa e coinvolgente.
Andrea, per correre in moto conta più il talento, il coraggio o la tecnica?
«Naturalmente, sono tutte importanti, ma direi che il talento è fondamentale. Il coraggio devi averlo, non può mancare, ma non lo gestisci: direi che ce l’hai come conseguenza del talento. La tecnica è un qualcosa che puoi “allenare”, costruire poco a poco, ma è sempre il talento che ti dà una base di tecnica: quindi, riassumendo, se hai talento, puoi avere tutte queste qualità, mentre se non ce l’hai, ti puoi costruire come pilota, ma non arriverai mai ai vertici».
2) GIORD@NICO: C’è una curiosità, un aneddoto, un gesto “scaramantico” che caratterizza i tuoi week end di gara? Quanto è migliorata la Ducati col motore nuovo del Mugello? Che mezzi hai (auto, moto) nel garage? Vivi già per i fatti tuoi o ancora con la tua famiglia?
«Sì, di gesti ne faccio tanti, più o meno sempre gli stessi da quando arrivo in circuito a quando vado via. Qualche esempio: sulla griglia di partenza mi faccio il segno della croce, quando esco dalla corsia dei box mi faccio il segno della croce e mi do una toccatina. Poi, uso le stesse mutande per i tre giorni: naturalmente le lavo (ci tiene a precisarlo, NDA), ma non le cambio. Con il motore del Mugello la Ducati è migliorata solo in rettilineo, diciamo 5 km/h. Nel mio garage ci sono tante auto e, soprattutto, tantissime moto: ne ho circa 65, tra moto da cross, motard, 10 mini GP e tutte le Moto2 con le quali ho corso. Ho anche la 125 del mio primo anno di mondiale (Spagna 2005, NDA), tutte moto che mi sono ricomprato negli anni. Vivo da solo, ma, di fatto, sto anche con i miei genitori, perché abbiamo la casa una a fianco all’altra».
3) MAIKE: Se tu e Marquez vi scambiaste la moto, che risultati otterreste?
«Sarebbe bello farlo… Sicuramente io potrei lottare per dei buoni risultati, migliori di quelli di adesso».
E Marquez con la Ducati cosa farebbe?
«Chi lo sa, bisognerebbe fargliela provare».
4) ANDREA90XX: Come mai durante il campionato sei così incostante? A cosa sono dovute le tante cadute?
«Caro Andrea90XX, sei rimasto indietro di un anno… Direi che quest’anno sono più costante e regolare, spesso veloce in prova, sempre, o quasi, nei primi otto in gara».
Marquez: sicuramente è un gran pilota, molto forte, ma è anche fortunato
5) NICOLA.BATTISTI: Ero al Mugello e mi è sembrato di vedere che le tue traiettorie fossero diverse da quelle di Dovizioso e Crutchlow: tu stavi più interno, più aderente al cordolo. L’anno prossimo spero di vederti in Ducati ufficiale!
«Sicuramente io taglio abbastanza sui cordoli».
Scusa Andrea, siccome lo fanno quasi tutti i piloti che vengono dalla Moto2, è un modo di guidare di quella categoria?
«No, è l’evoluzione della MotoGP: bisogna guidare così. Noi con la Ducati facciamo però fatica a fare le traiettorie degli altri piloti Honda e Yamaha».
6) PETOKIT: Ciao Andrea complimenti e grazie, rendi le corse interessanti e non monotone come in passato… Pensi che il distacco da Yamaha e Honda sia colmabile? Riusciremo a vedere una Ducati sverniciare una Honda per tutta la gara e non solo per i primi giri?
«Non so se ci riusciremo, ma sono concentrato per farlo e ad arrivare a quei livelli. L’obiettivo di Andrea Iannone e della Ducati è di lottare costantemente nelle prime cinque posizioni».
7) STEFANO.PGN: Sei coinvolto nello sviluppo della nuova moto? In gara sei molto veloce fino a metà GP e poi, purtroppo, devi rallentare: chiedi troppo alle gomme all’inizio?
«Io dico le mie sensazioni, do le mie indicazioni: Gigi (Dall’Igna, NDA) mi ascolta e credo che tenga ben presente le mie richieste per quando realizzerà la moto nuova. Quindi, sì, credo proprio di essere coinvolto nello sviluppo. Per quanto riguarda il calo da metà gara in poi, non è perché chiedo troppo alle gomme: noi con la Ducati scivoliamo più di Honda e Yamaha, loro possono essere più costanti dall’inizio alla fine».
8) GANNICUS: Ti senti pronto a stare con quei quattro là davanti? Hai ricevuto qualche offerta di mercato che non sia Ducati? La SBK quanto ti interessa? Con quale MotoGP pensi di poter mettere in riga tutti? Il mio babbo è un abruzzese come te, puoi immaginare quanto tifiamo per te…
«Secondo me non mi manca niente per stare con “quei quattro là davanti”. Sono un pilota, devo sentirmi in grado di battere chiunque, altrimenti che ci vengo a fare alle gare. Quei quattro lì vanno molto forte, ma non sono imbattibili e bisogna provarci. Sì, ho avuto altre offerte oltre a quella della Ducati (Suzuki, NDA), ma spero proprio che sia la Desmosedici la moto con la quale mettere in riga tutti, ho molto fiducia nella moto 2015. La SBK, in questo momento, mi interessa poco: mi sarebbe solo piaciuto correre a Misano ma, purtroppo, non è stato possibile».
Grazie per vedermi bene su una Honda o una Yamaha, ma al momento non ce l’ho e ti devi accontentare di vedermi su una Ducati: se però hai in garage una RC213V o una M1, portamela, che vediamo cosa riesco a fare…
9) UNSTADYFLOW: Mi spiace vederti combattere al 110% ogni GP ad armi impari: a fine 2012, avevi solo l’offerta della Ducati Pramac o avevi delle alternative? Ti vedrei troppo bene su una Honda o su una Yamaha… Cosa pensi di Marquez?
«A fine 2012, avevo solo l’offerta della Pramac, ma solo come conseguenza di una scelta fatto qualche anno prima: a fine 2011, mi era stata offerta una Yamaha, ma avrei dovuto correre nel mondiale 2012 con un’altra Moto2 e con un altro team, quello di Erve Poncharal (proprietario del team Tech3, NDA). Ma per quella stagione era già stata allestita una squadra apposta per me e c’erano anche altri problemi contrattuali: non me la sono sentita di abbandonare quel progetto per la Yamaha. Ma non mi sono mai pentito di aver scelto la Ducati Pramac nel 2013. Comunque grazie per vedermi bene su una Honda o una Yamaha, ma al momento non ce l’ho e ti devi accontentare di vedermi su una Ducati: se però hai in garage una RC213V o una M1, portamela, che vediamo cosa riesco a fare… Marquez: sicuramente è un gran pilota, molto forte, ma è anche fortunato».
10) ENRICOCESTELLI: Ti seguo dai tempi della 125: bravissimo! Una domanda al di fuori delle competizioni: voi piloti guidate una moto anche per strada? E se sì, qual è il tipo di moto stradale che ti attira?
«Sì, vado in moto anche per strada. Questa la mia classifica della moto ideale: Diavel, Panigale, Multistrada. La Diavel mi piace da pazzi, è un po’ tamarra: è bellissima e accellera di brutto. Volevo comprarmene una, adesso aspetto che me ne dia una la Ducati…».
11) GIORGIOGALLI: Perché solo Stoner è riuscito a vincere con la Ducati?
«Erano altri tempi e, devo dire, che a vederle in televisioni le sue Ducati di allora erano più belle di quelle di adesso, molto più piccole e strette. A parte questo, allora Stoner aveva le Bridgestone e tutti gli altri le Michelin, con la Casa giapponese che è andata avanti tanto a lavorare direttamente con Ducati».
E’ vero Andrea, però Stoner ha vinto tre GP anche nel 2010, quando c’era il monogomma…
«Sì, ma il mondiale non l’ha più vinto ed è caduto un sacco di volte».
Qual è la domanda che ti fanno sempre alla quale non ne puoi più di rispondere?
«Quella sul mercato. Per la verità, fa anche piacere quanto ti chiedono del futuro, significa che stai andando bene, ma la realtà è che non puoi dire nulla: quando hai definito lo dici. Insomma, è una domanda inutile».