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Si gode la vita interpretando alla grande l’hastag che lui stesso ha lanciato, #duralavida, ma non riesce a non parlare di MotoGP anche se ormai sono passati due anni da quando ha appeso il casco al chiodo. E Jorge Lorenzo non riesce nemmeno a stare lontano dalle battute al veleno, nemmeno quanto a provocarlo non è un qualche ex collega o giornalista dell’ambiente motorsport, ma un semplice follower. O, se vogliamo, un hater.
Come quello che di recente ha stuzzicato il cinque volte campione del mondo sui suoi mondiali in MotoGP. Il primo, quello del 2010, a detta dell’hater, vinto perché Valentino Rossi era fuori gioco a causa dell’infortunio alla tibia, e l’ultimo, quello del 2015, vinto perché lo stesso Rossi a Valencia è dovuto partire dall’ultima fila.
Una disamina che, manco a dirlo, Jorge Lorenzo non ha affatto apprezzato. Tanto che, nonostante avesse di sicuro di meglio da fare nella cornice paradisiaca del Baglioni Resort alle Maldive, la sua replica secca e seccata, sotto forma di originale metafora tessile, non ci è fatta attendere. “I numeri sono come il cotone - ha scritto rispondendo al commento - non ingannano e non possono essere modificati”. Come dire che ciò che è scritto resta scritto e che, quindi, nell’albo d’oro non ci sono le disamine al condizionale tipiche degli appassionati, ma solo ed esclusivamente i nomi dei vincitori.