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ASSEN – Due episodi meritano un approfondimento: il debutto della Ducati GP11.1 e la cancellazione della programmazione pomeridiana a causa dell’olio lasciato in un lunghissimo tratto di pista – si parla di tre chilometri – da una Moto2.
Cominciamo naturalmente dalla Ducati, perché, come è normale che fosse, la GP11.1 fa discutere. Morto sul nascere il dubbio sollevato da un sito internet spagnolo sul fatto che settimana scorsa al Mugello Rossi avesse provato la 800 e non la 1000, è legittimo chiedersi se è giusto che la Ducati schieri una nuova moto a stagione in corso. In realtà, come purtroppo spesso succede nei fumosi regolamenti della MotoGP, non sta scritto da nessuna parte che è vietato quanto fatto dalla Casa di Borgo Panigale, ma è vero che viene usata una ciclistica nata teoricamente per la GP12, la Ducati per la prossima stagione. Come è noto, i piloti ufficiali non possono provare durante la stagione la moto che utilizzano in gara, mentre ci sono otto giornate (per Casa) per sviluppare la 1000 della prossima stagione. Un’eccezione dovuta all’importante cambio regolamentare per il campionato 2012: solo così Rossi ha potuto provare (e promuovere) una ciclistica che, altrimenti, non avrebbe mai potuto utilizzare quest’anno, se non nella giornata di test prevista dopo il GP della Repubblica Ceca del 14 agosto.
Comunque la si veda, quello che emerge chiaramente è che è assurdo vietare ai piloti di provare durante la stagione: in pratica il motociclismo è l’unico sport dove l’atleta non si può allenare, ma la Casa spende comunque i soldi per far girare i collaudatori. Che senso ha? Nessuno e, oltre tutto, si ritorce contro lo spettacolo, perché così facendo una Marca non può – o ci riesce con grande fatica – recuperare l’eventuale svantaggio da un rivale.