Il Diavolo e l’Acqua Santa: “Ingaggi dei piloti: ecco cosa succede”

Oggi, con Skype, torna il diavolo e l’acqua santa: Carlo Pernat e Simone Battistella dibattono su un argomento specifico. In questo caso: il contratto dei piloti. Un confronto sempre interessante e mai banale
14 aprile 2020

Battistella: “La situazione è sicuramente pesante per le Case costruttrici, per i team, per gli sponsor, per l’organizzatore, per i circuiti… E’ naturale che ci saranno delle conseguenze per chi lavora in MotoGP, anche per i piloti. Ma molto dipenderà da quello che succederà nei prossimi due mesi, quando si capirà se ci sarà un campionato e come sarà. Dobbiamo aspettare ancora, ma è sicuro che ci sarà una revisione dei contratti. Le Case ancora non ci hanno detto nulla: ci tengono informati sull’evolversi della situazione. In questo momento non ci sono sponsor che hanno chiuso i contratti, ma bisogna aspettare una maggiore stabilità”.

Pernat: “I piloti saranno i primi a pagare questa situazione: le squadre cercheranno di salvaguardare prima di tutto lo stipendio dei meccanici, mentre i piloti saranno messi nel mirino dalle Case. Poi dipenderà da contratto a contratto. In futuro non ci saranno più questi ingaggi e quelli di quest’anno verranno “sforbiciati”: io dico metà di quanto previsto. Dorna garantisce solo per le spese di meccanici”.

Battistella: “La situazione motoGP è diversa da Moto3 e Moto2, dove i piloti sopravvivono con quello che guadagnano. Un taglio di ingaggio li metterebbe molto in difficoltà: spero che quei piloti vengano trattati come dei capi meccanici per pagarsi le spese. Per i piloti di MotoGP bisogna fare differenza tra team ufficiali e privati: bisogna ancora capire come Dorna aiuterà le squadre. Sicuramente gli ingaggi dei piloti più ricchi saranno i primi ad essere presi in esame. I contratti, però, sono fatti di due parti principali: una di immagine e una sportiva. Lo sfruttamento di immagine c’è anche se non si corre. Adesso bisogna vedere cosa succede e quanto l’immagine e le prestazioni verranno valutate da squadre e organizzatori. Dorna ha un ruolo estremamente importante: se garantisce quanto promesso al di là dei GP, ecco che le squadre ricevono un contributo importante. A seconda di quanto Dorna interverrà nella situazione peggiore - ovvero se non si dovesse correre - questo farà una grandissima differenza”.

Pernat: “L’acqua santa ha detto delle cose giuste: il punto principale è la Dorna. Devo dare 10 e lode alla Dorna, l’unica organizzazione dei grandi sport che ha dimostrato di tenere alle squadre e ai piloti. Ha già distribuito dei soldi: questo ti permette di respirare. Non vedo grosse crisi tra i team della MotoGP: entro giugno gli arriveranno 900.000 euro. Possono respirare per un po’. Poi ci sarà la Fase2: si correrà o no? Se si smette è un bel problema. Io sono per correre, anche pochi GP, anche a porte chiuse”.

Battistella: “Penso che si potrà correre: l’importante è che si riesca a viaggiare tra Italia e Spagna. Se questo si potrà fare, il motomondiale guadagnerebbe due mesi, per poi poter andare a correre gli altri GP a fine anno-2”.

Pernat: “Sono d’accordo. Se fai 5-6 GP tra Italia e Spagna, poi ci sarebbero già i GP fissati a fine stagione, con il gran finale in Qatar con MotoGP e SBK insieme”.
 

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E cosa succede per i contratti già firmati, come quelli di Márquez, Viñales e Quartararò?

Pernat: “L’affare l’ha fatto il pilota che ha firmato: Márquez ha firmato per circa 50 milioni di euro in quattro anni (non all’anno, attenzione! NDA), oggi non lo potrebbe più fare. Anche Viñales e Quartararò hanno un vantaggio, gli altri avranno problemi sulle cifre”.

Battistella: “Sono d’accordo, anche perché hanno firmato i piloti delle due più importanti Case giapponesi, che vivono anche grazie alla vendita di scooter fondamentali per la vita quotidiana, non solo le moto dei sogni. Quei contratti sono solidi e sicuri per questo motivo: quelle Case vivono anche di altro, non solo di moto sportive”.