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L’ultima persona che ho visto al Mugello è stato un tifoso di Quartararo ubriaco. È sceso dalla mia auto dopo che gli ho dato un passaggio per qualche chilometro fino a farlo rientrare in autodromo.
Alle 20,45, quando sono uscito dal circuito, ha iniziato a piovere e la mia auto era parcheggiata a circa un km, nel P2. Ho fatto un pezzo a piedi e ho preso un po' d'acqua, il mio pollice insù e lo zaino sulle spalle non hanno ispirato fiducia alle auto e ai camion che passavano: nessuno mi ha dato un passaggio.
Sono salito in auto e poco dopo ho incontrato sul ciglio della strada questo ragazzo che camminava veloce con un asciugamano da mare con il numero 20 di Quartararo sopra. Lo stava utilizzando per ripararsi dalla pioggia. Così ho accostato e l’ho fatto salire. Vino? Birra? Non so cosa avesse bevuto, ma ne aveva bevuto abbastanza. Mi ha detto in inglese di accompagnarlo fino in cima alla strada, dove c’era il cancello per rientrare nel circuito e mi ha ringraziato: “Have a nice day”, poi l’ho visto sparire dietro il cancello di corsa mentre all’orizzonte c’erano ancora nuvoloni neri. Forse tornava alla tenda? Era felice per la gara di Quartararo? Non lo so perché era abbastanza provato dalla pioggia e non gliel’ho chiesto.
Questo è stato il mio primo GP del Mugello come giornalista di moto.it che ringrazio per questa occasione! Provengo dalla stampa generalista e, nonostante la passione, è stata la prima volta che ho vissuto da addetto ai lavori un gran premio del motomondiale.
Vi racconto alcune cose che mi hanno colpito durante i tre giorni in circuito in cui sono stato spesso al fianco dello Zam che ringrazio tantissimo per tutti i consigli e per come mi ha introdotto in questo mondo!
La cosa principale che hanno notato tutti è stata la minor presenza di pubblico rispetto agli anni scorsi. Alla fine nei tre giorni sono stati circa 74mila gli spettatori, domenica erano 43mila.
È stato l’argomento principale di discussione sia tra la gente che tra gli addetti ai lavori, come quando con il vicino di casa o di pianerottolo che conosci poco parli del meteo, se piove o se fa caldo.
Nella navetta che la mattina (ma non dopo cena) fa la spola tra il P2 e il circuito le persone a bordo guardavano le colline e commentavano le poche tende presenti con delusione: “Questo non è il Mugello!”.
Io mi fido e mi dispiace non aver potuto vedere il bagno di folla dei Gp fino al 2019. Speriamo nel futuro.
Nei passaggi che ho fatto dentro il paddock e fuori devo dire che la maggior parte delle persone che avevano qualche gadget dei piloti lo avevano di Rossi, pochi di Marquez, qualcuno di Bagnaia, uno di Oliveira e il tifoso bagnato di Quartararo.
Quel che si vede a volte in tv su Sky è abbastanza fedele alla realtà. Quando Vera Spadini e Zam camminano per il paddock di fronte alle telecamere si vedono sfrecciare i piloti sugli scooter o sui monopattini, in mezzo alla gente. Oppure lì si vede a farsi le foto con i fan. È davvero così.
I piloti (non solo del motomondiale), per l’esperienza che ho io in altri settori come politica o altri sport, sono molto più disponibili e gentili sia con i giornalisti che con i tifosi. Certo è che se sei Valentino Rossi o Marc Marquez la gentilezza non può essere infinita, sennò passi i weekend solo nel paddock con i fan, senza andare in pista.
Insomma nel paddock ci sono altre regole rispetto ad altri sport: tutti più o meno siamo al pari, basta non esagerare con la confidenza.
Il sabato sera grazie a Zam siamo stati a cena in una hospitality e a un certo punto mi sono alzato per prendere della carne, distrattamente. Avevo il piatto in mano e guardavo le verdure sul tavolo mentre aspettavo che quelli al vassoio della carne finissero di servirsi.
L’ultimo ha preso i pezzi di tagliata e poi mi ha passato la pinza: era Marc Marquez. Queste sono le cose che possono succedere nel paddock.
È un’emozione la prima volta che vedi da vicino questi geni della moto, come quando arrivano in sala stampa, pantaloni corti e sneakers, dopo le qualifiche o dopo la gara per parlare con i giornalisti, 5-10 minuti ognuno.
Per esempio puoi chiedere a Morbidelli, come ho fatto io, che differenze ci siano tra la moto che guidava nel 2020 (e con cui andava alla grande) e quella ufficiale di oggi. Ps ha risposto che quella di quest’anno ha più grip ma non sempre troppo grip è un vantaggio.
Il primo che ho notato è stato Loris Capirossi, baricentro basso e molto muscoloso, probabilmente difficile da spostare! Gli somigliano anche Dovi, Jorge Martin e Marco Bezzecchi.
Poi ci sono alcuni che invece sono normolinei, al di là dell'altezza: Marc Marquez, Pecco Bagnaia, Fabio Quartararo e Franco Morbidelli.
Sembrano invece piuttosto filiformi Luca Marini e Alex Marquez (anche se Marini, qualche settimana fa, aveva ipotizzato di pesare troppo per far rendere bene la sua Ducati. C'è da dire che Marini è alto 184 centimetri).
Quel che è certo è che tutti sono grandissimi atleti, per esempio Marc Marquez e Quartararo, rispondendo a giornalisti, hanno detto più volte di correre i 10 km con un passo al km inferiore ai 4 minuti.
Purtroppo il pass che mi è stato dato non mi dava il permesso di fare un giro nei box o piazzarmi su qualche curva per vedere più da vicino le moto e i piloti in azione. Così li ho viste passare dalla sala stampa, che corre lungo il rettilineo principale, in corrispondenza della griglia di partenza.
Con lo Zam eravamo seduti all’altezza della seconda fila e sotto di noi c’era il box della Mooney Vr46 che domenica alle 14,40 ha fatto una gran festa sia per Marini che per Bezzecchi.
Il ritmo frenetico Moto3-Moto2-MotoGP, da venerdì mattina a domenica sera, non lascia molto tempo per altro. Quello per pranzare praticamente non c’è e la sera si lavora duro fino all’ora di cena (se va bene), poi, quando si esce dalla sala stampa, il venerdì e il sabato, nel paddock c’è musica, persone che ballano, belle ragazze, aperitivi ma a quanto ho saputo (io ovviamente dormivo fuori, a 6 km da lì) si va a letto abbastanza presto. Sabato sera ho visto diverse persone ballare davanti all'hospitality di Gresini. Il dj stava suonano Blow it di Federico Scavo.
La domenica pomeriggio invece sembra come il campeggio il 31 di agosto: tutti che smontano per andare via il prima possibile.
Come detto la domenica sera è finita con un passaggio dato a un tifoso di Quartararo. Anche la domenica mattina era iniziata con un passaggio che ho dato a due ragazzi, Maicol e Giacomo di Cesena, 24 e 21 anni, che ho trovato a piedi sulla strada, abbastanza distanti dal circuito. Hanno parcheggiato lontano dal circuito in previsione di un assalto di pubblico: “Così all’uscita evitiamo il traffico” mi hanno detto. Era la loro prima volta al Mugello e i biglietti gli sono stati regalati dalla ditta romagnola in cui lavorano: “E che fai non vai a vedere la MotoGP se ti regalano i biglietti?” mi hanno chiesto mentre scendevano all’Arrabbiata.
Questo è stato il mio primo Mugello e nel mezzo ci sono state anche le emozioni che ho vissuto io, come conoscere Capirossi e Dovizioso, salutare Jorge Lorenzo e quelle che abbiamo vissuto tutti da Max Biaggi che diventa MotoGP Legend a Valentino Rossi che va a prendersi il suo 46 fino al ritiro momentaneo di Marc Marquez per una nuova operazione e alle vittorie di Pedro Acosta e Pecco Bagnaia.