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Non s’è sbilanciato più di tanto, ma è chiaro che a Joan Mir non piace affatto l’idea di essere contornato da ben otto Ducati in griglia nel 2022. Verosimilmente lo spagnolo teme che il marchio di Borgo Panigale possa avere un peso politico che potrebbe falsare gli equilibri o, più semplicemente, che così tante moto della stessa casa possono fare squadra per eventuali strategie tra piloti. Interpretazioni, sia inteso, visto che le dichiarazioni di Mir lasciano solo intendere una preoccupazione, senza esplicitarla fino in fondo: “Quando vedo il potenziale di queste moto – ha detto - da pilota penso che non sia giusto. Otto moto non sono la metà, ma quasi la metà dell'intero campo di partenza. In un campionato con sei diversi produttori, ovviamente è qualcosa di molto strano".
Per il maiorchino, invece, di decisamente meno “strano” c’è il suo atteggiamento rispetto al rinnovo di contratto che Suzuki gli avrebbe già prospettato. E’ noto, infatti, che Mir è nel mirino della Honda e che, pur avendo dichiarato di voler restare in Suzuki, non è abbastanza soddisfatto della moto che gli ingegneri giapponesi hanno preparato: “Stare al passo degli altri sarà molto difficile per noi – ha aggiunto – ma voglio essere comunque fiducioso. Quanto al rinnovo del contratto, invece, dovremo aspettare ancora un po'. Le cose possono ancora cambiare, ma possono anche rimanere le stesse. Nel mio caso, aspetteremo ancora un po', perché se uno dei big cambia, tutto può rimescolarsi". Se non è un ultimatum alla Suzuki, poco ci manca e la destinazione per Mir sembra segnata: la Honda del Team Repsol.