Jack Miller e Joan Mir: non è finita con il faccia a faccia in pista

Jack Miller e Joan Mir: non è finita con il faccia a faccia in pista
Il litigio dopo la bandiera a scacchi di Austin, immortalato dalle telecamere della regia internazionale, non ha messo fine alle polemiche
4 ottobre 2021

“In Texas, forse, non c’erano gli stessi commissari del Qatar” – Il campione del mondo Joan Mir ha commentato così la sanzione per il tentato sorpasso su Jack Miller nell’ultimo giro del GP delle Americhe. Una manovra azzardata, sicuramente aggressiva e che ha rischiato di costare troppo a entrambi, ma che, secondo il campione del mondo, rientra nell’ordinaria amministrazione un ultimo giro. “Ci siamo toccati e ci sta – ha detto – era successo a parti invertite anche al primo giro, le corse sono così e se non ci fosse stato il contatto, il volerci provare sempre, forse non mi sarei innamorato di questo sport”. Dopo la bandiera a scacchi i due hanno avuto anche un chiarimento, ma a quanto pare non è stato sufficiente per chiuderla lì, con Miller che, secondo Mir, è stato piuttosto pesante con le parole: “Mi ha minacciato, ho sentito bene quello che mi ha detto – ha aggiunto il campione del mondo – Sinceramente non mi è piaciuta la sua reazione, io preferisco stare zitto piuttosto che inveire, nella consapevolezza che magari alla prossima gara potrebbe succedere anche a me di entrare un po’ duro. Ma va bene così, Jack Miller resta un figo e pure un bravo ragazzo”.

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Jack Miller, però, non sembra metabolizzare l’accaduto con altrettanta facilità. Non tanto nei confronti di Joan Mir, quanto perché non è la prima volta che finisce per trovarsi quasi a terra a causa di una qualche entrata scomposta degli avversari: “Penso di essere uno dei piloti più puliti sulla griglia – ha detto - Posso essere aggressivo quando ne ho bisogno, ma cerco di non colpire quello accanto a me. Io oggi stavo proteggendo la linea e non c’era spazio per provarci come invece Joan ha fatto. Cerco sempre di sorpassare e di essere il più pulito possibile, gli incidenti a volte capitano, ma ho perso il conto in questa stagione di quante volte è successo e mi dispiace. L'unica cosa su cui posso concentrarmi è  il mio lavoro: devo lavorare per non trovarmi in queste situazioni a fine gara, devo essere io quello che attacca, non quello che è attaccato. Questo è il problema più grande”.