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Se ne parla da un po’: emulare la Formula1 e mettere in collegamento radio piloti e box anche in MotoGP. Stefan Bradl, per conto di Dorna, ha anche testato un sistema in via di sviluppo per valutare l’applicazione in MotoGP. Ma l’ambiente è freddo da sempre sulla questione, perché, appunto, la MotoGP non è la Formula1 e perché le novità non trovano quasi mai il favore degli addetti ai lavori. In ogni ambiente, motociclismo compreso. Molti piloti l’hanno lasciato intendere e altri l’hanno invece detto esplicitamente.
Tra questi c’è Joahnn Zarco, fresco di rinascita dopo la bella stagione in sella alla Ducati del Team Avintia e prossimo all’avventura nel team Pramac, dove potrà contare su una Desmosedici identica a quella dei piloti ufficiali. “I team radio rischiano di creare solo confusione, per quanto mi riguarda non sono favorevole - ha affermato il francese in una recente intervista a Motorsport - Ora è possibile condividere molte cose sul cruscotto e va bene così, anche perché è già difficile da gestire: non è facile leggere tutto e come pilota hai tante altre cose da fare per fare la differenza. E’ sempre meglio non pensare troppo alla strategia per controllare la gara o la situazione”. Stroncatura netta, quindi, da parte del francese della Ducati, che aggiunge: “Lo so che può essere d’aiuto, ma la forza di un pilota sta anche nella sensibilità di leggere da solo le situazioni di gara”.