Jonathan Rea: "Cadute inspiegabili in MotoGP? Colpa delle gomme"

Jonathan Rea: "Cadute inspiegabili in MotoGP? Colpa delle gomme"
Il sei volte iridato SBK commenta la situazione pneumatici. "Le Superbike perdonano un po' di più, ma soprattutto le gomme hanno un rendimento più prevedibile"
19 febbraio 2021

Jonathan Rea, sei volte (consecutive) campione del mondo in Superbike, di moto ne ha guidate. Pochi piloti - qualcuno c'è, di recente viene alla mente Guintoli - possono vantare la sua esperienza con mezzi di formule diverse, e soprattutto con gli pneumatici che ciascuna di esse utilizza. Corre nel Mondiale SBK con le Pirelli, ma grazie ai suoi trascorsi in MotoGP (ha sostituito l'infortunato Casey Stoner per due gare, nel 2012) e alla 8 ore di Suzuka, conosce bene anche le Bridgestone.

Gli mancano, come cultura personale, le Michelin impiegate dal 2016 in MotoGP, ma la cosa non gli impedisce di avere le idee molto chiare in merito alla differenza di comportamento fra una gommatura completamente prototipale come quella del Motomondiale e una invece più versatile e vicina alla serie come quella utilizzata nel Mondiale Superbike, come ha ben spiegato nella diretta YouTube con Taylor Mackenzie (pilota della BSB, figlio del celebre Niall) in cui si è lasciato andare a dichiarazioni piuttosto tranchant.

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"Nessun giornalista della MotoGP andrà troppo a fondo sull'argomento per paura di dove potrebbe portare questo discorso, ma... perché tante cadute stupide in MotoGP? Di quelle che non dovrebbero succedere, solo perché il pneumatico anteriore si è raffreddato? Mi sembra abbastanza ovvio di chi sia la responsabilità."

"So che l'impressione, dall'esterno, è che le Superbike perdonino molto di più, ma il punto è più che le gomme sono meno prototipali, e offrono un rendimento più costante e affidabile. È questo che ci aiuta - non è certo che in MotoGP si cada di più perché c'è più potenza. Certo, avranno quanto, 50 cavalli in più? Però l'elettronica è la stessa, ed è questo che farebbe la differenza. Sono sicuro che la colpa è delle gomme."

Lo stesso Jonathan, a suo tempo, indicò nelle gomme l'elemento più difficile con cui prendere confidenza nel suo veloce passaggio in MotoGP.

"Le gomme Bridgestone sono state l'elemento più difficile da capire, perché avevo l'impressione di andare fortissimo e invece prendevo un secondo da quelli davanti. Ma soprattutto, non capivo come fosse possibile andare più forte. Il mio meccanico mi diceva 'devi piegare 3 gradi in più e frenare molto di più' e io cercavo di dimenticare quello che facevo in Superbike. In MotoGP devi far deformare la carcassa dell'anteriore, caricarlo tantissimo per far girare la moto, mentre in Superbike, con le Pirelli, è l'esatto contrario."

Ridendo, Rea ricorda quel periodo decisamente impegnativo. "In ogni sessione la TV mandava in onda i replay delle cadute, e io me le trovavo stampate in testa mentre mi cambiavo prima di entrare in pista. E continuavo a pensare 'sto per entrare in pista con questa cosa, che varrà una ventina di milioni di euro, e se cado mi ammazzeranno..."

Ma l'esperienza ha fatto sì che Rea abbia ben chiaro quanta e quale sia la differenza fra le Superbike e le MotoGP. Pur senza complessi di inferiorità, Rea sa bene quanto sia impegnativo il lavoro di un pilota della classe regina del Motomondiale.

"Credo che vada dato più credito ai piloti della MotoGP, perché le loro moto sono molto difficili da interpretare per poterne tirare fuori il meglio. In Superbike è relativamente facile capire dove sta il limite, perché la moto ti comunica di più quello che succede. In MotoGP è decisamente più complicato..."